Settimana n. 12
1 gennaio 2019 - 7 gennaio 2019
All'alba dopo la Noche Viella iniziamo il Camino Natural del Rio Tajo che, seguendo il placido Rio, va dritto dritto in Portogallo da Est a Ovest.
Salite e discese dolci, cancelli chiusi su distese di ulivi e cereali. Ferme nei propri nidi cicogne agitano i becchi.
Il primo tramonto del 2019 è per noi un dono: il sole arrossa Las Barrancas, calanchi scavati nei millenni all'Embalse de Castrejon. Una casetta agricola chiusa solo con un giro di corda intorno a un chiodo ci ricorda Joaquin; puliamo il pavimento dallo sterco e dormiamo al riparo dal ghiaccio che il mattino seguente ricopre ogni cosa.
La Puebla di Montalbano è un castello e colonne e archi di pietre di granito sia per il ponte a undici arcate, sia per i palazzi di plaza Mayor. Gru cinerine a terra e in volo in stormi enormi e starnazzanti nelle Zona de Especial Protección para las Aves Río Tajo en Castrejón, Islas de Malpica de Tajo y Azután.
Piantagioni di fichi precedono Malpica de Tajo, il ponte di ferro è il miglior balcone per osservare il castello e il paesaggio che cambia: di fronte montagne rocciose macchiate di neve, ai lati lo sguardo trova sponda in basse colline. Uno sterminato vigneto e potatori al lavoro, uliveti in cui i frutti vengono raccolti utilizzando macchine sbattitrici, bastoni, reti e poca attenzione. L'allevamento di bovini Granja Fuentes del Tajo ha vinto il Premio Sostenibilidad 2017 Bienestar Animal della Danone.
Talavera de la Reina è ceramiche e il Puente de Castilla la Mancha, ponte di ferro del XIX secolo, che con un solo balzo di 318 metri salta il Tajo, un prodigio di ingegneria, récord en el mundo en la tipología de puentes atirantados con un único mástil. Nuovo giorno e nuovo percorso; siamo sul Camino Real de Guadalupe, passando per Alberche del Caudillo, nata nel '53 per accogliere i coloni mandati da Francisco Franco: casette basse, strade dritte, uomini anziani per strada, che hanno fatto la storia di questo paese e a cui è dedicato il monumento di Plaza Mayor: un uomo cinge le spalle di sua moglie, la quale tiene per mano un bimbetto fiero.
Ed ecco un’altra via, la Via Verde de la Jara, rettilinea, ora incassata tra le rocce, ora scavata dentro tunnel. Il colpo di scena è il Puente Amador, un viadotto (365 m. di lunghezza) ad arcate altissime (60 m.) che sovrasta l'embalse de Azutan.
Alle 5 i trattori sono già al lavoro; nella notte la temperatura scende a -7 e la tenda è ricoperta da una coltre bianca. Il Tajo è affogato nella nebbia. Blocchi di granito contendono lo spazio ai lecci. Una mandria di mucche beige, granitiche nel freddo, pascola recintata: l'allevatore dalla lunga e folta barba bianca è incuriosito: andiamo a Guadalupe? Abbiamo fatto una promessa? Poco più avanti camminiamo su una calzada romana, ad attraversare il Rio Uso. Rovine di una medina araba del X secolo in un ambiente naturale di grande bellezza.
Qualche chilometro in un cielo di un freddo azzurro senza fine per arrivare al Puente del Arzobisco. Epifania: nebbia gelata, per strada cacciatrici e cacciatori si mescolano a eleganti giovani che terminano la notte dos Reyes. Il ponte attraversa un Tajo gelato e ci porta in Estremadura. Sentiero tra lecci, spari di cacciatori che pare di essere in guerra, mandrie di mucche, vitelli piccini che trotterellano veloci per essere vicini alle mamme che camminano placide. Caprioli e volpi ci attraversano la strada inseguiti da cani da caccia. La discesa della ripa per riportarci su una stradina attira l'attenzione di un'auto della polizia di passaggio: gentili ci domandano se abbiamo bisogno d'aiuto e ci controllano i documenti.
Valdelacasa dà il benvenuto con le tre croci del Calvario. All'Hogar del Pensionista il barista cambia il canale della TV per farci vedere un interessante programma sul flamenco e i pensionati discutono sulla nostra meta (Tajo, Guadalupe, Santiago?) e sulle nostre soste (tienda de campana, habitacion, camas?). Il cammino prosegue su sentieri tra cotos privados de caza, dove corrono mandrie di mufloni e cinghiali e una regale cerva ci osserva. Corbezzoli ghiacciati e greggi di pecore con agnellini. Paesaggi selvaggi avvolti nella nebbia.
No cementerio nuclear e No scorias nuclear invocano i muri di Mesas de Ibor, per salvaguardare la romanità visitabile nei dintorni. A Valdecanas de Tajo i segnavia ci abbandonano improvvisamente su una strada ormai ghiacciata: sottili strati neri scivolosi e più fragranti strati bianchi. La notte ci spinge verso le luci di Higuera un irreale paese che assomiglia a un presepe, difeso dai monti. Un'area pic nic diventa il nostro regno notturno: un tavolo riparato da una tettoia, un muro a cui accostare la tenda e siamo la coppia più felice del mondo.
Il primo tramonto del 2019 è per noi un dono: il sole arrossa Las Barrancas, calanchi scavati nei millenni all'Embalse de Castrejon. Una casetta agricola chiusa solo con un giro di corda intorno a un chiodo ci ricorda Joaquin; puliamo il pavimento dallo sterco e dormiamo al riparo dal ghiaccio che il mattino seguente ricopre ogni cosa.
La Puebla di Montalbano è un castello e colonne e archi di pietre di granito sia per il ponte a undici arcate, sia per i palazzi di plaza Mayor. Gru cinerine a terra e in volo in stormi enormi e starnazzanti nelle Zona de Especial Protección para las Aves Río Tajo en Castrejón, Islas de Malpica de Tajo y Azután.
Piantagioni di fichi precedono Malpica de Tajo, il ponte di ferro è il miglior balcone per osservare il castello e il paesaggio che cambia: di fronte montagne rocciose macchiate di neve, ai lati lo sguardo trova sponda in basse colline. Uno sterminato vigneto e potatori al lavoro, uliveti in cui i frutti vengono raccolti utilizzando macchine sbattitrici, bastoni, reti e poca attenzione. L'allevamento di bovini Granja Fuentes del Tajo ha vinto il Premio Sostenibilidad 2017 Bienestar Animal della Danone.
Talavera de la Reina è ceramiche e il Puente de Castilla la Mancha, ponte di ferro del XIX secolo, che con un solo balzo di 318 metri salta il Tajo, un prodigio di ingegneria, récord en el mundo en la tipología de puentes atirantados con un único mástil. Nuovo giorno e nuovo percorso; siamo sul Camino Real de Guadalupe, passando per Alberche del Caudillo, nata nel '53 per accogliere i coloni mandati da Francisco Franco: casette basse, strade dritte, uomini anziani per strada, che hanno fatto la storia di questo paese e a cui è dedicato il monumento di Plaza Mayor: un uomo cinge le spalle di sua moglie, la quale tiene per mano un bimbetto fiero.
Ed ecco un’altra via, la Via Verde de la Jara, rettilinea, ora incassata tra le rocce, ora scavata dentro tunnel. Il colpo di scena è il Puente Amador, un viadotto (365 m. di lunghezza) ad arcate altissime (60 m.) che sovrasta l'embalse de Azutan.
Alle 5 i trattori sono già al lavoro; nella notte la temperatura scende a -7 e la tenda è ricoperta da una coltre bianca. Il Tajo è affogato nella nebbia. Blocchi di granito contendono lo spazio ai lecci. Una mandria di mucche beige, granitiche nel freddo, pascola recintata: l'allevatore dalla lunga e folta barba bianca è incuriosito: andiamo a Guadalupe? Abbiamo fatto una promessa? Poco più avanti camminiamo su una calzada romana, ad attraversare il Rio Uso. Rovine di una medina araba del X secolo in un ambiente naturale di grande bellezza.
Qualche chilometro in un cielo di un freddo azzurro senza fine per arrivare al Puente del Arzobisco. Epifania: nebbia gelata, per strada cacciatrici e cacciatori si mescolano a eleganti giovani che terminano la notte dos Reyes. Il ponte attraversa un Tajo gelato e ci porta in Estremadura. Sentiero tra lecci, spari di cacciatori che pare di essere in guerra, mandrie di mucche, vitelli piccini che trotterellano veloci per essere vicini alle mamme che camminano placide. Caprioli e volpi ci attraversano la strada inseguiti da cani da caccia. La discesa della ripa per riportarci su una stradina attira l'attenzione di un'auto della polizia di passaggio: gentili ci domandano se abbiamo bisogno d'aiuto e ci controllano i documenti.
Valdelacasa dà il benvenuto con le tre croci del Calvario. All'Hogar del Pensionista il barista cambia il canale della TV per farci vedere un interessante programma sul flamenco e i pensionati discutono sulla nostra meta (Tajo, Guadalupe, Santiago?) e sulle nostre soste (tienda de campana, habitacion, camas?). Il cammino prosegue su sentieri tra cotos privados de caza, dove corrono mandrie di mufloni e cinghiali e una regale cerva ci osserva. Corbezzoli ghiacciati e greggi di pecore con agnellini. Paesaggi selvaggi avvolti nella nebbia.
No cementerio nuclear e No scorias nuclear invocano i muri di Mesas de Ibor, per salvaguardare la romanità visitabile nei dintorni. A Valdecanas de Tajo i segnavia ci abbandonano improvvisamente su una strada ormai ghiacciata: sottili strati neri scivolosi e più fragranti strati bianchi. La notte ci spinge verso le luci di Higuera un irreale paese che assomiglia a un presepe, difeso dai monti. Un'area pic nic diventa il nostro regno notturno: un tavolo riparato da una tettoia, un muro a cui accostare la tenda e siamo la coppia più felice del mondo.
La descrizione dei paesaggi alternandosi tra fredde nebbie , gelo animali mette i brividi. Il vostro finale di giornata è positivo e questa è una nota bellissima.
RispondiEliminaQuando ci si accontenta dell'essenziale basta poco per essere felici!
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