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Settimana n. 30


7 maggio 2019 - 13 maggio 2019

Ad Anversa il traffico di auto è poco e le bici sfrecciano senza far rumore. Nei negozi musica, gioielli, diamanti e in Schipperskwartier in vetrina donne discinte e truccate si affittano.

In centro numerose classi in gita, lo Shop Tintin, mille prodotti marcati col viso simpatico dal ciuffo rosso, la Cattedrale maestosa e a pagamento, e turiste asiatiche che si fotografano abbracciate alla statua di Nello e Patrasche, cane e bambino protagonisti di un romanzo del 1872, morti di stenti e di freddo: ora è il pavimento in pavé che fa loro da coperta.

Il porto è traghetti, barche, velieri e yacht su canali che si intersecano.

Bosco, brughiera, laghi, sabbia, dune, tanti sentieri e sul cancello di alcune case non perfette un manifesto giallo impone lavori, per esempio verbouwen van een woning (rinnovare la casa).

Il canale Weverbeek è confine, aldilà siamo nei Paesi Bassi, Brabante Settentrionale; un confine strano, voluto nel 1830 quando il Belgio si staccò dai Paesi Bassi, non una linea continua, ma enclavi ed enclavi nelle enclavi. Non cambiano case e paesaggi, ancora artistici campi pronti ad accogliere patate; ogni strada una ciclabile parallela e qui e là distributori automatici di cibo e una cassettina in cui mettere la cifra stabilita dal prezzo esposto.

Tir trasportano fiori: alcuni targati Sud Africa, a ricordare il rapporto tutto particolare tra questa nazione lontana e i Paesi Bassi.

Da Oud Gastel il nostro percorso è obbligato da passaggi di ponti, parte del Piano Delta, una meraviglia ingegneristica ideata dopo la disastrosa alluvione del 1953, ricordata da pannelli fotografici: 1835 morti, 10.000 capi di bestiame annegati e 4.500 edifici distrutti.

Zuid Beijerland è la prima cittadina dell’Olanda meridionale, ci entriamo attraversando l'Hollandsch Diep. Sterminati campi di tulipani sono gocce rosse in un mare verde. Mulini a vento si confondono tra pale eoliche. Alle fermate della metropolitana diretta a Rotterdam grandi parcheggi per biciclette, talvolta a due piani. Sfioriamo la città camminando lungo il Nieuwe Waterweg, pavoni nell’Oranje Plassen lanciano i loro sgraziati versi e comunità di cigni si muovono lentamente ai bordi del canale e, al passaggio di una smisurata nave da crociera MSC che increspa le acque, si ritrovano a fare surf.

In lontananza il mare aperto fa una strana impressione, più alto della costa. Da una piccola altura ammiriamo Uitkijkpunt De Maeslantkering, elemento importante del Piano Delta: due paratie bianche aperte, pronte a chiudersi per arginare il mare. Dalla dogana portuale esce una fila ininterrotta di camion.

A Hoek van Holland, stazione balneare, un centro commerciale, l'Atlantikwall Museum a ricordo della Seconda guerra mondiale, ritroviamo la spiaggia, sterminata, bagnata dal mare del Nord scuro e dalle schiume verdi di alghe unicellulari, i Phaeocystis. Disciplinate navi procedono in fila Indiana dentro un'ipotetica corsia che porta al mare aperto. Per ripararci appena un po' dal vento proseguiamo sulla pista pedonale che sta lungo la duna.

Un laghetto sulla spiaggia è divertimento e allenamento per windsurfer. Proseguendo a nord est attraversiamo Den Haag (L'Aia), prima i quartieri costituiti da isolati di casette tutte identiche, quasi sempre marroni, poi larghi viali e il centro dove l'antico e il moderno si intrecciano, si affiancano, si mischiano, formando effetti geometrici e cromatici molto artistici.

La Corte Internazionale di Giustizia, o Vredespaleis (Palazzo della Pace) è situata alle porte del grande bosco di Scheveningen. Al limite nord della città Haagse Bos, boschi e laghetti, e nella notte lepri zampettano curiose intorno alla nostra tenda.

Un tunnel metallico alto e a scivolo è lo SnowWorld di Zoetermeer, un mondo invernale in cui discesisti e snowboarder si allenano. È nel mezzo del primo polder, tratto di mare asciugato artificialmente attraverso dighe e sistemi di drenaggio dell’acqua già nel 1616. Poco più in là Gouda e il suo famoso formaggio giallo.

Bodegraven è, come tutte le cittadine in Olanda, un centro commerciale all'aperto, negozi di vendita e di riparazione di biciclette, vita quotidiana nelle case vista attraverso le ampie finestre che non hanno tende, nei giardini carri di pietra a ricordare che gli olandesi sono trekker, con i loro carri a coltivare il Sud Africa. Sull'Oude Rijn, il Vecchio Reno, la ciclabile è banchina tra case e acqua, giardini si protendono e anche uno spazio minimo è arredato e vissuto.

L’acqua del canale diventa fortificazione a stella e accoglie al centro Fort Wierickerschans, parte della Oude Hollandse Waterlinie, un sistema di fortezze e canali realizzato nel XVII secolo per difendersi con allagamenti che trasformerebbero l’Olanda in un’isola. Un cartellone avvisa: siamo sul Romeinse limes, il confine che nell'Antica Roma divideva l'Impero dagli altri, ma i commerci erano fluenti.


Commenti

  1. aria di estate le mappe mostrano molta acqua e molto verde. Mi ha incuriosito il cartello sulle case diciamo 'trascurate' dove si chiede un impegno privato verso il sociale anche se estetico e da condividere. Ho capito giusto?
    Se così fosse vorrei pensare che l'ordine esteriore pur piacevole nell'ambiente non è alla portata economica di tutti. Una realtà condivisa con altri paesi.

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    Risposte
    1. Si sì, hai capito giusto. Case, ma anche terreni, da rimettere (o da tenere) in ordine per un’incuria chissà se dovuta a motivi economici o diversi. In ogni caso ci è parsa una richiesta al privato per un rispetto verso la collettività

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