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Ripercorrete con noi l'Europa!

52 articoli, uno per ogni settimana di passi di 365 volte Europa. Prendete una carta geografica e venite con noi: cercate i toponimi e immaginatevi il nostro cammino, seguendo le nostre suggestioni!

E preparatevi al vostro cammino leggendo il nostro Vocabolario.

Settimana n. 29


30 aprile 2019 - 6 maggio 2019

A La Thieuloye un distributore automatico di frutta, verdura, spremute di frutta e latticini, tutto biologico, tutto di produttori locali: acquistiamo uno yogurt sublime, che sembra panna cotta, e un panetto di burro, facile da conservare poiché la temperatura è pochi gradi oltre lo zero. A Houdain imbocchiamo una Voie Verte, vecchia ferrovia, e ci appaiono le frecce blu della Via Francigena.

Inizia l'hinterland di Bethune, estesa zona commerciale, ciclopedonali, centri abitati in cui la cura si amalgama con l'incuria, gli abitanti sono multicolori e i toponimi acquistano aroma di estero. Le Vieux Beffroi nella grande piazza centrale di Béthune è la torre civica antica, vicina a case alte e strette dai tetti elaborati e al palazzo antico del municipio.

Il Primo maggio banchetti di mughetti per strada, una tradizione che viene da lontano: per i Celti era il primo giorno d'estate e il mughetto era un portafortuna e il 1° maggio 1561 il re Carlo IX distribuì mughetti alle dame della corte e questo gesto divenne usanza.

La Lawe guida il nostro cammino fino al Lys lungo il Fronte Occidentale della Prima guerra mondiale, dove morirono centinaia di migliaia di giovani europei: a La Couture ricordano i Portoghesi, altrove cimiteri dalle lapidi bianche per i giovani del Commonwealth.

Armentiers è la nostra ultima città francese e con un ponte il Lys diventa Leie entrando in Belgio: non un cartello, non un'indicazione, è un'enclave della Vallonia, nella regione delle Fiandre. Nell’acqua oche e ochetti, anatre e anatroccoli, germani e cigni, gallinelle d'acqua e cormorani, aironi e folaghe, svassi dal ciuffo punk: tanta vita lungo questo polmone verde che è confine tra Francia e Belgio.

All'area attrezzata Wervik balokken una classe in gita è un mélange di colori ed etnie ed entriamo nelle Fiandre: il Nationaal Tabaksmuseum racconta la lunga tradizione nella coltivazione di tabacco. Da Menen il confine con la Francia si allontana dal Lys, scendendo a sud, noi proseguiamo sulla sponda destra del fiume, tra gruppi di studenti in bicicletta. Sul fiume un grande via vai di chiatte, cariche di carbone o di container, navigano sino a Rotterdam. Nei prati di ville e villette lama, cerbiatti e cerve e persino un mulo. Nei bar il caffè è servito lungo, con panna, biscotto, ovetto di cioccolato e talvolta un bicchierino di Amaretto.

Un prikkelpad (percorso di stimolo) è un wandelroute (via a piedi), per arrivare nella zona commerciale di Courtrai, periferia pulita, ordinata, silenziosa: ogni strada ha marciapiedi e ciclabili. Il centro città è palazzi antichi e le massicce Broeltowers, parte delle mura medievali. A Harelbeke: tra i tanti negozi, un calzolaio molto fornito: è Dirk, si appassiona al nostro viaggio, si sente belga ed europeo, "dobbiamo dimenticare il passato, non possiamo pagare le colpe dei padri o dei nonni". Tra una frase e l’altra ci stringe il carrello della cerniera della tenda, che riprende a funzionare e la porta si può richiudere.

Grandinate ci bruciano il viso e infiammano le gambe di freddo quando lasciamo la Leie per seguire una ciclabile lungo il canale Vaartlinks: ancora chiatte in navigazione, alcuni conducenti ci salutano allegri, le case sono di mattoni e il tetto ricorda il cappello da olandesina con le falde laterali rialzate.

L'area industriale di Gent (Gand) è adagiata lungo un canale e racchiude in uno sguardo tutto ciò che può produrre elettricità: pale eoliche, una centrale nucleare, montagne di carbone, una raffineria BP e sullo zaino portiamo pannelli solari. Scarichi color del fango e odori forti e acidi dalle tante aziende si mischiano nell'aria, ma una ventina di pescatori sono impegnati a tirar su pesci da queste acque non troppo invitanti.

Cambiamo ciclabile e canale, nuovamente il profumo e la tranquillità del mondo agricolo, campi di cereali e allevamenti di cavalli, vacche massicce e muscolose della razza belga Witblauw ci guardano incuriosite, fattorie si gloriano di conferire il loro latte alla Milkebon. Lungo la via distributori automatici di pane, verdure, frutta e bibite. Sui cancelli cartelli Te koop: vendono balle di fieno, una bicicletta da bambini con incluso il caschetto, verdure, abiti usati e molto altro. Nei giardini spesso una doppia siepe, quella interna è alta alcuni metri ed è formata da un reticolo di tigli a spalliera, sui vetri delle finestre di casa manifesti di candidati al Parlamento europeo sorridenti. 

L'ingresso ad Antwerpen (Anversa) è lieve: anche le grandi strade hanno rispetto e spazio per pedoni e ciclisti e per attraversare il fiume Schelda il Sint Anna tunnel corre a 31 metri di profondità ed è avveniristico, anche se datato 1933. Vie di negozi e gallerie d'Arte (pitture, ceramiche, porcellane, sculture) e nella reception dell’Hotel Beaux Arts un avviso informa che non è ammesso l'uso di droghe.


Commenti

  1. E' cambiato il paesaggio non solo ambientale mi sembra. Dirk suggerisce di dimenticare il passato e di non dover pagare le colpe dei padri perchè è vero che se si ripetono certe cose oggi la responsabilità è proprio solo nostra. Un pò di memoria credo comunque non guasti e può aiutare, forse.

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    1. Forse bisognerebbe guardare al passato con un occhio, guardare al presente con l’altro per trovare lo sguardo giusto rivolto al futuro

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