Settimana n. 29
30 aprile 2019 - 6 maggio 2019
A La Thieuloye un distributore automatico di frutta, verdura, spremute di frutta e latticini, tutto biologico, tutto di produttori locali: acquistiamo uno yogurt sublime, che sembra panna cotta, e un panetto di burro, facile da conservare poiché la temperatura è pochi gradi oltre lo zero. A Houdain imbocchiamo una Voie Verte, vecchia ferrovia, e ci appaiono le frecce blu della Via Francigena.
Inizia l'hinterland di Bethune, estesa zona commerciale, ciclopedonali, centri abitati in cui la cura si amalgama con l'incuria, gli abitanti sono multicolori e i toponimi acquistano aroma di estero. Le Vieux Beffroi nella grande piazza centrale di Béthune è la torre civica antica, vicina a case alte e strette dai tetti elaborati e al palazzo antico del municipio.
Il Primo maggio banchetti di mughetti per strada, una tradizione che viene da lontano: per i Celti era il primo giorno d'estate e il mughetto era un portafortuna e il 1° maggio 1561 il re Carlo IX distribuì mughetti alle dame della corte e questo gesto divenne usanza.
La Lawe guida il nostro cammino fino al Lys lungo il Fronte Occidentale della Prima guerra mondiale, dove morirono centinaia di migliaia di giovani europei: a La Couture ricordano i Portoghesi, altrove cimiteri dalle lapidi bianche per i giovani del Commonwealth.
Armentiers è la nostra ultima città francese e con un ponte il Lys diventa Leie entrando in Belgio: non un cartello, non un'indicazione, è un'enclave della Vallonia, nella regione delle Fiandre. Nell’acqua oche e ochetti, anatre e anatroccoli, germani e cigni, gallinelle d'acqua e cormorani, aironi e folaghe, svassi dal ciuffo punk: tanta vita lungo questo polmone verde che è confine tra Francia e Belgio.
All'area attrezzata Wervik balokken una classe in gita è un mélange di colori ed etnie ed entriamo nelle Fiandre: il Nationaal Tabaksmuseum racconta la lunga tradizione nella coltivazione di tabacco. Da Menen il confine con la Francia si allontana dal Lys, scendendo a sud, noi proseguiamo sulla sponda destra del fiume, tra gruppi di studenti in bicicletta. Sul fiume un grande via vai di chiatte, cariche di carbone o di container, navigano sino a Rotterdam. Nei prati di ville e villette lama, cerbiatti e cerve e persino un mulo. Nei bar il caffè è servito lungo, con panna, biscotto, ovetto di cioccolato e talvolta un bicchierino di Amaretto.
Un prikkelpad (percorso di stimolo) è un wandelroute (via a piedi), per arrivare nella zona commerciale di Courtrai, periferia pulita, ordinata, silenziosa: ogni strada ha marciapiedi e ciclabili. Il centro città è palazzi antichi e le massicce Broeltowers, parte delle mura medievali. A Harelbeke: tra i tanti negozi, un calzolaio molto fornito: è Dirk, si appassiona al nostro viaggio, si sente belga ed europeo, "dobbiamo dimenticare il passato, non possiamo pagare le colpe dei padri o dei nonni". Tra una frase e l’altra ci stringe il carrello della cerniera della tenda, che riprende a funzionare e la porta si può richiudere.
Grandinate ci bruciano il viso e infiammano le gambe di freddo quando lasciamo la Leie per seguire una ciclabile lungo il canale Vaartlinks: ancora chiatte in navigazione, alcuni conducenti ci salutano allegri, le case sono di mattoni e il tetto ricorda il cappello da olandesina con le falde laterali rialzate.
L'area industriale di Gent (Gand) è adagiata lungo un canale e racchiude in uno sguardo tutto ciò che può produrre elettricità: pale eoliche, una centrale nucleare, montagne di carbone, una raffineria BP e sullo zaino portiamo pannelli solari. Scarichi color del fango e odori forti e acidi dalle tante aziende si mischiano nell'aria, ma una ventina di pescatori sono impegnati a tirar su pesci da queste acque non troppo invitanti.
Cambiamo ciclabile e canale, nuovamente il profumo e la tranquillità del mondo agricolo, campi di cereali e allevamenti di cavalli, vacche massicce e muscolose della razza belga Witblauw ci guardano incuriosite, fattorie si gloriano di conferire il loro latte alla Milkebon. Lungo la via distributori automatici di pane, verdure, frutta e bibite. Sui cancelli cartelli Te koop: vendono balle di fieno, una bicicletta da bambini con incluso il caschetto, verdure, abiti usati e molto altro. Nei giardini spesso una doppia siepe, quella interna è alta alcuni metri ed è formata da un reticolo di tigli a spalliera, sui vetri delle finestre di casa manifesti di candidati al Parlamento europeo sorridenti.
Inizia l'hinterland di Bethune, estesa zona commerciale, ciclopedonali, centri abitati in cui la cura si amalgama con l'incuria, gli abitanti sono multicolori e i toponimi acquistano aroma di estero. Le Vieux Beffroi nella grande piazza centrale di Béthune è la torre civica antica, vicina a case alte e strette dai tetti elaborati e al palazzo antico del municipio.
Il Primo maggio banchetti di mughetti per strada, una tradizione che viene da lontano: per i Celti era il primo giorno d'estate e il mughetto era un portafortuna e il 1° maggio 1561 il re Carlo IX distribuì mughetti alle dame della corte e questo gesto divenne usanza.
La Lawe guida il nostro cammino fino al Lys lungo il Fronte Occidentale della Prima guerra mondiale, dove morirono centinaia di migliaia di giovani europei: a La Couture ricordano i Portoghesi, altrove cimiteri dalle lapidi bianche per i giovani del Commonwealth.
Armentiers è la nostra ultima città francese e con un ponte il Lys diventa Leie entrando in Belgio: non un cartello, non un'indicazione, è un'enclave della Vallonia, nella regione delle Fiandre. Nell’acqua oche e ochetti, anatre e anatroccoli, germani e cigni, gallinelle d'acqua e cormorani, aironi e folaghe, svassi dal ciuffo punk: tanta vita lungo questo polmone verde che è confine tra Francia e Belgio.
All'area attrezzata Wervik balokken una classe in gita è un mélange di colori ed etnie ed entriamo nelle Fiandre: il Nationaal Tabaksmuseum racconta la lunga tradizione nella coltivazione di tabacco. Da Menen il confine con la Francia si allontana dal Lys, scendendo a sud, noi proseguiamo sulla sponda destra del fiume, tra gruppi di studenti in bicicletta. Sul fiume un grande via vai di chiatte, cariche di carbone o di container, navigano sino a Rotterdam. Nei prati di ville e villette lama, cerbiatti e cerve e persino un mulo. Nei bar il caffè è servito lungo, con panna, biscotto, ovetto di cioccolato e talvolta un bicchierino di Amaretto.
Un prikkelpad (percorso di stimolo) è un wandelroute (via a piedi), per arrivare nella zona commerciale di Courtrai, periferia pulita, ordinata, silenziosa: ogni strada ha marciapiedi e ciclabili. Il centro città è palazzi antichi e le massicce Broeltowers, parte delle mura medievali. A Harelbeke: tra i tanti negozi, un calzolaio molto fornito: è Dirk, si appassiona al nostro viaggio, si sente belga ed europeo, "dobbiamo dimenticare il passato, non possiamo pagare le colpe dei padri o dei nonni". Tra una frase e l’altra ci stringe il carrello della cerniera della tenda, che riprende a funzionare e la porta si può richiudere.
Grandinate ci bruciano il viso e infiammano le gambe di freddo quando lasciamo la Leie per seguire una ciclabile lungo il canale Vaartlinks: ancora chiatte in navigazione, alcuni conducenti ci salutano allegri, le case sono di mattoni e il tetto ricorda il cappello da olandesina con le falde laterali rialzate.
L'area industriale di Gent (Gand) è adagiata lungo un canale e racchiude in uno sguardo tutto ciò che può produrre elettricità: pale eoliche, una centrale nucleare, montagne di carbone, una raffineria BP e sullo zaino portiamo pannelli solari. Scarichi color del fango e odori forti e acidi dalle tante aziende si mischiano nell'aria, ma una ventina di pescatori sono impegnati a tirar su pesci da queste acque non troppo invitanti.
Cambiamo ciclabile e canale, nuovamente il profumo e la tranquillità del mondo agricolo, campi di cereali e allevamenti di cavalli, vacche massicce e muscolose della razza belga Witblauw ci guardano incuriosite, fattorie si gloriano di conferire il loro latte alla Milkebon. Lungo la via distributori automatici di pane, verdure, frutta e bibite. Sui cancelli cartelli Te koop: vendono balle di fieno, una bicicletta da bambini con incluso il caschetto, verdure, abiti usati e molto altro. Nei giardini spesso una doppia siepe, quella interna è alta alcuni metri ed è formata da un reticolo di tigli a spalliera, sui vetri delle finestre di casa manifesti di candidati al Parlamento europeo sorridenti.
L'ingresso ad Antwerpen (Anversa) è lieve: anche le grandi strade hanno rispetto e spazio per pedoni e ciclisti e per attraversare il fiume Schelda il Sint Anna tunnel corre a 31 metri di profondità ed è avveniristico, anche se datato 1933. Vie di negozi e gallerie d'Arte (pitture, ceramiche, porcellane, sculture) e nella reception dell’Hotel Beaux Arts un avviso informa che non è ammesso l'uso di droghe.
E' cambiato il paesaggio non solo ambientale mi sembra. Dirk suggerisce di dimenticare il passato e di non dover pagare le colpe dei padri perchè è vero che se si ripetono certe cose oggi la responsabilità è proprio solo nostra. Un pò di memoria credo comunque non guasti e può aiutare, forse.
RispondiEliminaForse bisognerebbe guardare al passato con un occhio, guardare al presente con l’altro per trovare lo sguardo giusto rivolto al futuro
EliminaNcaegildy_ni Alex Friedrich https://marketplace.visualstudio.com/items?itemName=0repdeonenma.RockBuster-gratuita-2022
RispondiEliminamukelasni
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RispondiEliminaperpgogfettni