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Ripercorrete con noi l'Europa!

52 articoli, uno per ogni settimana di passi di 365 volte Europa. Prendete una carta geografica e venite con noi: cercate i toponimi e immaginatevi il nostro cammino, seguendo le nostre suggestioni!

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Settimana n. 28


23 aprile 2019 - 29 aprile 2019

Al numero 15 di rue Guy de Maupassant a Étretat Le Clos Arsène Lupin, la casa del suo creatore Maurice Leblanc trasformata in un percorso avvincente e misterioso. A guardare il paese dall’alto il monumento a Nungesser e Coli, i due aviatori che tentarono tra i primi la trasvolata dell'oceano Atlantico nel maggio del 1927: proprio a Étretat fu avvistato il loro Oiseau Blanc per l’ultima volta.

A Fécamp l'imponente Palais Bénédictine è un museo e un liquore che merita di essere assaggiato, l'élixir de santé messo a punto da un monaco veneziano. Saliamo una ripida scala di gradini dal fronte dipinto con i colori della pace per dominare dall'alto tetti neri e scoprire la chapelle Notre-Dame-du-Salut e l'Hommage aux Marins Terre-Neuvas, a ricordo dei tanti marinai morti nei lunghi viaggi per la pesca dei merluzzi.

Più allegra L'eolienne de Senneville, una piccola pala eolica ricoperta di biciclette bianche e rosse e ruote che son girandole nel vento, la meilleure animation du Tour de France 2015.

Il lavoro ferve nei campi di mais, avena e lino, le case tipiche, con muri di piccole pietre squadrate cucite insieme da file di mattoni, si susseguono nei villaggi attraversati dal nostro andare.

Nei cimiteri di Életot e St Pierre tombe di guerra del Commonwealth. A Veulettes-sur-Mer il Memorial Mur de l'Atlantique, il Vallo Atlantico, cioè fortificazioni e bunker costruiti dai tedeschi per difendersi dagli attacchi delle truppe Angloamericane. Poco oltre un Centre nucleare de production electricité.

A Saint Valery en Caux un grande muro d’acciaio a ricordo di Dieudonne Costes e Maurice Bellonte e della loro traversata atlantica dall’1 al 2 settembre 1930. A Saint Aubin venditori di petit requin, piccoli pescecani rosa e lunghi che ci dicono gustosi. Un traghetto giallo che solca la Manica illumina il nero delle nuvole temporalesche.

Sulla falesia oltre l'Arques tende Quecha di giovani migranti con lo sguardo rivolto a Newhaven. Cartelloni richiedono la Frexit: la invocano i Gilets Jaunes, non la vuole più Marine Le Pen. A Puys un oppidum gallico, che Re Luigi XIII decise di appellare Camp de Cesar, e tra Bracquemont e Belleville-sur-Mer mettiamo i nostri passi su quelli degli impressionisti Renoir e Pissarro, gustando riproduzioni delle loro opere che immortalano il paesaggio normanno. A Fond de Penly, in riva al mare, un'altra centrale nucleare.

La falesia di tanto in tanto, lavorata dall'acqua e dal tempo, si abbassa a salutare il mare, e il sentiero la segue, incurante delle ginocchia di noi camminatori dallo zaino pesante. Gabbiani volano sulle nostre teste gridando le loro minacce, a guardia dei loro nidi.

A Eu lo Chateau Musée Louis-Philippe, che racchiude memorie legate all'ultimo re di Francia, e il Musée des Traditions Verrières e conosciamo il Restos du coeur, associazione nazionale fondata dall'attore Coluche che lotta contro la povertà sotto tutte le sue forme.

Entriamo nel département de la Somme, in Hauts de Francia. Colline e campi arati dove lunghi rettilinei paralleli e rialzati si preparano ad accogliere patate da semina. Attraversiamo diciotto villaggi prima di trovare un bar per ripararci dal freddo e dalla pioggia; il nostro passaggio suscita qualche diffidenza e c'è meno cura dei luoghi, lattine e altre immondizie abbandonate qui e là.

Scavalchiamo la Somme con un ponte metallico dal fondo marcio e arrugginito: leggeri poggiamo rapidi i piedi sulle traversine e lo attraversiamo indenni. Camminiamo lungo la Voie Verte La Traverse du Ponthieu, una sterrata ha sostituito i binari e alberi fanno da sponde.

L’imponente Abbaye Royale di Saint-Riquier precede prati di giacinti. Uccelli notturni dialogano vicino alla nostra tenda, al risveglio nebbia bassa e fagiani si alzano in volo salutandoci con il loro verso metallico, un pavone fa la ruota, la rimpacchetta e si allontana trascinandosi la lunga coda, in un prato anatre mute: una famigliola con quattro anatroccoli si avventura nell'erba alta, un maschio fa la corte a una femmina con versi silenziosi, una mandria al pascolo ci guarda incuriosita, e subito fugge abbattendo una porzione di recinto spinato.


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