Settimana n. 27
16 aprile 2019 - 22 aprile 2019
Pioggia. Un bosco muschioso nella bruma, un sentiero di faggiole fa scricchiolare i passi. Paesaggi vallonati, rettangoli gialli di colza, verdi di coltivazioni appena nate e marroni in tante tonalità dei campi dissodati e arati; ai lati della via orchidee punteggiano di bluette i prati verdi e nei giardini delle case a pietre squadrate pascolano pecore e agnellini. È zona di granito e di Calvados, il rinomato distillato di mela.
A Champ du Boult la campana suona la metà esatta del nostro cammino. Da Vire la Ciclovia corre sugli ex binari di una ferrovia alla cui costruzione partecipò un giovane Gustave Eiffel: il suo estro si vede nel Viaduc de la Souleuvre, ora parco natura.
A Epinay sur Odon troviamo il fiume Odon, che scopriamo abitato da giovani salmoni, e il GR tra boschi e coltivazioni, allevamenti di tori e cavalli, villaggi silenziosi e puliti, che ricordano, anche nella toponomastica, il passaggio delle truppe scozzesi dopo lo sbarco in Normandia.
Caen, alta sulla collina, è città di storia e bellezza, l'Abbaye aux Hommes con la tomba di Guillaume le Conquérant, il Memorial che parla di guerra per essere portatore di pace e un'associazione di bénévoles che ci fa scoprire la Jungle de Calais: un'immensa bidonville che accoglie alcune centinaia di persone, ma erano ottomila nel 2016, migranti in attesa di passare illegalmente in Inghilterra.
A nord-est il Ponte Pegasus sul fiume Orne è il primo obiettivo catturato durante il D-Day da paracadutisti inglesi scesi con silenziosi alianti. Alla Maison de la Nature di Sallenelles, affacciata sulla Baia de l'Orne, un percorso pensato per i bambini, interessante per tutti, e una mostra di ritratti di persone che spiegano perché vivono qui. Appena più in là la Batterie de Merville, fortificazione tedesca neutralizzata dal British 9th Parachute Battalion al termine di un inimmaginabile assalto.
A Dives-sur-Mer nuovamente l’oceano e il sentiero sulla Falesia delle Vaches Noires, di fronte a noi l'Inghilterra. A poche centinaia di metri dall'Eglise N.D. D'Auberville un cartello ricorda che il re Luigi XVI nel 1786 "est descendu précipitanment pour aller pissier dans ce fosse”. Spiagge e sentieri per arrivare alle località mondane de La Côte Fleurie, la spiaggia dei parigini affacciata sulla Baia della Senna, nella Manica.
Deauville è la città del Festival del Cinema Americano e un lungomare lunghissimo su una spiaggia profonda, panchine dipinte da artisti e le Planches - cabine contrassegnate da nomi di attori e registi. A Villerville il Parc des Graves scende a gradoni alla spiaggia, la nostra tenda sta al piano più alto, il fragore dell'oceano che sale copre il rombo del porto di Le Havre al di là della foce della Senna: a mezzanotte è Pasqua, usciamo a guardare la più alta marea del 2019.
A Honfleur è nato nel 1866 Erik Satie, a lui è dedicato il Parcours scénographique et musical, e nel Jardin des Personnalités busti dei personaggi famosi che son nati, han vissuto o soggiornato qui. Percorriamo i 2141 metri del Pont de Normandie: sotto di noi, pronta a diventare oceano, la Senna, in cui sei giorni prima si è specchiata Notre Dame in preda alle fiamme. Una salita di trecento scalini ci scodella nella verdissima Forêt de Montgeon: dominiamo porto e centro di Le Havre.
Il sole finalmente cuoce la pelle, a Turretot la sete ci fa domandare acqua a una donna, paesaggista del proprio giardino: "Italiani? Mio marito era italiano, calabrese. Venite dentro vi faccio un caffè all'italiana". È Nicole, colleziona bambole, a cui cuce abiti e scarpette, e in giardino il cartello defense d'entrar "perché decido io chi può entrare e chi no".
Una pesa di camion agricoli si accende al nostro passaggio e i numeri rossi ci dicono "140 kg", in due, compresi i trentacinque chilogrammi di zaini. A Tilleul chiedono di rispettare un trono in pietra: è la Siege de la Justice, luogo da cui, nei secoli passati, si amministrava la giustizia.
A nord le falesie d'Aval e d'Amont, bianche, alte, scavate e modellate dal vento e dall'acqua in fogge inusuali: la testa di un elefante che immerge la proboscide nelle onde del mare, l'arcata della Manneporte, da cui, sosteneva Maupassant, potrebbe passare una nave a vele spiegate. E su un prato di Etretat, a picco sul mare, la nostra dimora portatile ci accoglie, riparandoci dal vento che alle 23 soffia a 50 km all'ora.
A Champ du Boult la campana suona la metà esatta del nostro cammino. Da Vire la Ciclovia corre sugli ex binari di una ferrovia alla cui costruzione partecipò un giovane Gustave Eiffel: il suo estro si vede nel Viaduc de la Souleuvre, ora parco natura.
A Epinay sur Odon troviamo il fiume Odon, che scopriamo abitato da giovani salmoni, e il GR tra boschi e coltivazioni, allevamenti di tori e cavalli, villaggi silenziosi e puliti, che ricordano, anche nella toponomastica, il passaggio delle truppe scozzesi dopo lo sbarco in Normandia.
Caen, alta sulla collina, è città di storia e bellezza, l'Abbaye aux Hommes con la tomba di Guillaume le Conquérant, il Memorial che parla di guerra per essere portatore di pace e un'associazione di bénévoles che ci fa scoprire la Jungle de Calais: un'immensa bidonville che accoglie alcune centinaia di persone, ma erano ottomila nel 2016, migranti in attesa di passare illegalmente in Inghilterra.
A nord-est il Ponte Pegasus sul fiume Orne è il primo obiettivo catturato durante il D-Day da paracadutisti inglesi scesi con silenziosi alianti. Alla Maison de la Nature di Sallenelles, affacciata sulla Baia de l'Orne, un percorso pensato per i bambini, interessante per tutti, e una mostra di ritratti di persone che spiegano perché vivono qui. Appena più in là la Batterie de Merville, fortificazione tedesca neutralizzata dal British 9th Parachute Battalion al termine di un inimmaginabile assalto.
A Dives-sur-Mer nuovamente l’oceano e il sentiero sulla Falesia delle Vaches Noires, di fronte a noi l'Inghilterra. A poche centinaia di metri dall'Eglise N.D. D'Auberville un cartello ricorda che il re Luigi XVI nel 1786 "est descendu précipitanment pour aller pissier dans ce fosse”. Spiagge e sentieri per arrivare alle località mondane de La Côte Fleurie, la spiaggia dei parigini affacciata sulla Baia della Senna, nella Manica.
Deauville è la città del Festival del Cinema Americano e un lungomare lunghissimo su una spiaggia profonda, panchine dipinte da artisti e le Planches - cabine contrassegnate da nomi di attori e registi. A Villerville il Parc des Graves scende a gradoni alla spiaggia, la nostra tenda sta al piano più alto, il fragore dell'oceano che sale copre il rombo del porto di Le Havre al di là della foce della Senna: a mezzanotte è Pasqua, usciamo a guardare la più alta marea del 2019.
A Honfleur è nato nel 1866 Erik Satie, a lui è dedicato il Parcours scénographique et musical, e nel Jardin des Personnalités busti dei personaggi famosi che son nati, han vissuto o soggiornato qui. Percorriamo i 2141 metri del Pont de Normandie: sotto di noi, pronta a diventare oceano, la Senna, in cui sei giorni prima si è specchiata Notre Dame in preda alle fiamme. Una salita di trecento scalini ci scodella nella verdissima Forêt de Montgeon: dominiamo porto e centro di Le Havre.
Il sole finalmente cuoce la pelle, a Turretot la sete ci fa domandare acqua a una donna, paesaggista del proprio giardino: "Italiani? Mio marito era italiano, calabrese. Venite dentro vi faccio un caffè all'italiana". È Nicole, colleziona bambole, a cui cuce abiti e scarpette, e in giardino il cartello defense d'entrar "perché decido io chi può entrare e chi no".
Una pesa di camion agricoli si accende al nostro passaggio e i numeri rossi ci dicono "140 kg", in due, compresi i trentacinque chilogrammi di zaini. A Tilleul chiedono di rispettare un trono in pietra: è la Siege de la Justice, luogo da cui, nei secoli passati, si amministrava la giustizia.
A nord le falesie d'Aval e d'Amont, bianche, alte, scavate e modellate dal vento e dall'acqua in fogge inusuali: la testa di un elefante che immerge la proboscide nelle onde del mare, l'arcata della Manneporte, da cui, sosteneva Maupassant, potrebbe passare una nave a vele spiegate. E su un prato di Etretat, a picco sul mare, la nostra dimora portatile ci accoglie, riparandoci dal vento che alle 23 soffia a 50 km all'ora.
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