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Ripercorrete con noi l'Europa!

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Settimana n. 26


9 aprile 2019 - 15 aprile 2019

Il bosco propone ombre di gnomi e fate nella Foresta di Broceliande, dove Viviana l'incantatrice forgiò la spada Excalibur, crebbe Lancillotto e seppellì Mago Merlino. Un gigante con la barba bianca mi dice ridendo "Utilizza i pannelli solari? Ma qui siamo in Bretagna, non sul Mediterraneo!" e invece il sole finalmente fa capolino tra il grigio e l'azzurro.

A Gael le case son di pietre rosse e a Saint Meen le Grand tutto racconta il campione di ciclismo Louison Bobet, nato qui. A Guitté il Menhir Pierre Longue è preghiera al sole e alla luna, punto di demarcazione, parte degli allineamenti megalitici di Lampouy. Tréfumel è un gioiellino medievale tra prati bluette di giacinti penduli, lampo di allegria nella malinconia del giorno di pioggia. A Faluns un tasso centenario così maestoso che nell'incavo può offrire rifugio dalla pioggia.

Il Canal d'Ille et Rance, che unisce Rennes a St Malo, ci fa attraversare Lehon, nato per la paura dell'anno Mille: un monastero maestoso, un borgo e un castello, e appena al di là di un ponte c’è Dinan: tannerie (concerie), case in pietra dai neri tetti a punta e case en pan de bois, con le scure travi in legno a vista e gli abbaini che paiono occhi curiosi. Apriamo la tenda nei pressi di una Chambre d'Hotës: esce Anie, ci porta una torta alle pere, ci dice che questo è lo spazio giusto per noi randonneur, predisposto così dal comune e ci spiega che è belga, trasferita qui perché la vita è migliore, e fa ospitalità perché le piacciono i viaggiatori.

Il sentiero continua imbizzarrito, su e giù lungo le coste della Rance: manieri, chiese, case, porti di barche a vela, spazi pic nic, prati e giardini, coltivazioni, tutto è armonico, fino a Saint Malo, città di Jacques Cartier, corsaro (non pirata) che scoprì, casualmente, il Canada per consegnarlo al re di Francia.

Saint Malo intra muras è un gioiello medievale, in parte distrutto durante la Seconda Guerra mondiale, e ricostruito rispettosamente. Sulla spiaggia lunga e larga una palizzata di alti tronchi a protezione del lungomare: qui l'alta marea è la più alta d'Europa, e i cartelli invitano alla prudenza. Sulla Plage de la Hoguette competizioni di char a voile, veicoli a ruote e vela che possono raggiungere una velocità superiore ai centotrenta chilometri orari.

Lasciamo per poco la costa, che diventa scogliera, ed entrando in Normandia avvistiamo la nota sagoma di Mont St Michel, nella baia dalla maree che crescono alla velocità di un cavallo al galoppo. La bassa marea permea tutto del suo caratteristico odore: il mare è in eterno movimento, a cicli di sei ore, per sei si ritira, per sei ritorna a terra.

Sul lunghissimo argine che ha come meta l'abbazia del Santo Arcangelo centinaia di coniglietti escono dalle tane, saltano, si rincorrono e un cartello giallo avvisa: “attenzione alle buche dei conigli”. Cartelloni spiegano la presenza della più grande struttura biogenica attiva conosciuta d’Europa di Hermella o Sabellaria, un verme marino sedentario e tubicolo. Sul prato verde che precede la zona di sabbie mobili, pascolano migliaia di pecore: sono i moutons de pré-salé (montoni del prato salato), dalle carni dal sapore inconfondibile.

All'Abbazia si va a piedi, con navette di legno e con carrozze trainate da cavalli: noi la guardiamo da lontano e procediamo lungo la costa, diretti alla boulangerie di Pontaubault, premiata per la miglior brioche francese, e attraversiamo il ponte da cui l'1 e il 2 agosto passarono le truppe del mitico generale Patton per penetrare in Bretagna, riconquistare Parigi e proseguire fino al cuore della Germania.

Il vento, come da previsioni, soffia ai 60 chilometri orari: ci spinge, fa muro, irrita gli occhi e istupidisce i pensieri. Puntiamo a nord est, salendo e scendendo colline tra boschi di castagni e di faggi, meleti, fienili in terra cruda e case con il cappotto in legno. La Normandie si rivela poco godereccia: troviamo il primo bar con epicerie annessa a Cuves, dopo una trentina di chilometri di cammino.


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