Settimana n. 42
30 luglio 2019 - 5 agosto 2019
Il cimitero di Brza Palankasi si inerpica sulla collina, sulla lapide di molte tombe manca ancora la data della morte. Sul Danubio aironi rossi si alzano in volo tra pescatori e bagnanti, pontili e barchette, villette e roulotte; lungo la via fontane d'acqua fresca, vicino ad ognuna un mucchietto di monete. Sui pali della luce, sui muri delle case e alle fermate dei bus annunci mortuari, anche vecchi di molti anni.
Nei pressi di Dušanovac Riccardo si avvia a fotografare il Portile de Fier 2, frontiera con la Romania, da una collinetta: si avvicina un uomo con la maglia Security che fa segno di no, è obiettivo strategico.
Negotin è poco più in là, tra Danubio, fertili colline di vigne e montagne con angoli suggestivi, come i tre archi nella roccia del Kanjon Vratne. Camp Guesthouse for Cyclists Adventurers è un buon posto per incontrare cicloturisti che arrivano da Germania, Inghilterra, Francia e Boyan è un perfetto anfitrione. Dal balcone di una villa una coppia di statue brinda ai passanti: sono i proprietari morti nel 2009 e nel 2014.
Il percorso sale in collina, tra vigne e coltivazioni di lamponi e arriva al fiume Timok, confine con la Bulgaria. Un cartello invita a non infilare soldi nel passaporto: "Don't accept Don't give". La polizia bulgara ci ferma, ci sono problemi con la carta d'identità di Riccardo; passano ore prima di una spiegazione: la Germania l'ha bloccata, denunciata come persa, ma tecnici l’hanno analizzata e hanno controllato step by step il nostro cammino e ci lasciano andare.
Bergovo è larghe vie, una piazza senza un perché nella sua vastità, persone che si muovono stancamente e il casotto che è ufficio cambio ha già chiuso. Sterrate fangose tra campi di girasoli e mais, grano già tagliato e prati incolti, zanzare; finalmente tavolo e fontana: apriamo la tenda, ma un'auto della polizia arriva a sirena spiegata e ci controlla.
Api e arnie, attraversiamo la desolante Delenya, annunci di morti su porte e portoni, il negozio offre pochi prodotti, però Valerio, il proprietario, è gentile e parla italiano: scopriamo di essere nella regione più povera della nazione più povera dell'UE.
Ancora sterrate, tracce coltivate, sentieri nei boschi, asfalto con buche e voragini, more e mele. Una vettura della polizia ci raggiunge, controlla i documenti e ci interroga: "perché lo fate, perché qui, da dove arrivate, dove volete andare, dove volete arrivare oggi".
Nella casa della cultura di Rabrovo provano balli tradizionali e noi destiamo curiosità tra le persone sedute nel grande spiazzo sterrato. A Perilovets molte case chiuse, chiediamo acqua a una coppia e ci regalano un sacchetto di prugne. A Kula resti conservati della Diocesi di Castra di Marte, un'antica fortezza costruita sul confine danubiano dell'Impero Romano. A Poletkovtsi una fontana, un tavolo e nuovamente sirena: "Polizei, passport". Staropatitsa è la solita piazza che è solamente uno spiazzo e anziani che chiedono soldi.
Le catene montuose vanno da est a ovest, noi andiamo da nord a sud quindi la strada continua ondulata, tra mandrie, oche e arnie. Nel fondovalle nuvole di zanzarini, che entrano nel naso, negli occhi, in bocca, nelle orecchie: camminiamo a passo rapido, scacciandoli con una fronda.
Al bivio per le Grotte di Magura, famose per le pitture rupestri, ancora un’auto della polizia. La sera al Complex Magura ci offrono di aprire la tenda nel parco privato.
Una velenosa vipera Berus giace arrotolata sulla vecchia strada ormai senza asfalto, ai vetri delle sgarrupate pensiline delle fermate dei bus i visi degli annunci mortuari si alternano ai visi dei candidati per le elezioni europee.
Seguiamo la Bike Route Western Stàra Planinà, percorso segnato con il supporto della Svizzera, il sentiero sale e ci propone uno scenario mozzafiato: Belogradchik_Rocks, cime rocciose, pinnacoli, torrioni lavorati dal vento e dall'acqua, e una fortezza a dominare la turistica Belogradchik. Il sentiero si introduce nei Monti Balcani, tra torrioni gialli e rossi erosi dal tempo e corone di grigie rocce arenarie, boschi e pascoli, cavalli e scoiattoli, cicogne e rapaci, mucche e pecore. Nei paesi case e fienili in terra cruda.
A Replyana la chiesa "Свети Георги" ristrutturata è di una bellezza che contrasta con la povertà estrema del paese: una anziana ci parla, forse racconta miserie e chiede soldi. Poco oltre una fattoria vende formaggio e yogurt di pecora, Dimitar ci dice "degustation" porgendoci un pezzo di formaggio, buonissimo, come lo yogurt; ce lo vuole donare, ma insistiamo per pagarglielo.
A Dolni Lom ancora polizia di frontiera a fermare le auto in direzione Serbia; noi proseguiamo tra prati falciati e coltivazioni, cani randagi e montagne boscose. Prevala è (come tutti i paesi della Regione Montana) videosorvegliata, cicogne hanno il nido nel piccolo parco giochi, e la barista è la sorridente Tanya: da vent'anni vive ad Anzio, è nata sul mar Nero e d’estate torna qui, il paese del marito, dove c’è troppa povertà, manca il lavoro. A Kotenovtsi chiediamo l'acqua a un uomo in giardino: Ivo ci accoglie e risponde in inglese perché ha lavorato come autista per dieci anni ad Atlanta, negli USA.
Nei pressi di Dušanovac Riccardo si avvia a fotografare il Portile de Fier 2, frontiera con la Romania, da una collinetta: si avvicina un uomo con la maglia Security che fa segno di no, è obiettivo strategico.
Negotin è poco più in là, tra Danubio, fertili colline di vigne e montagne con angoli suggestivi, come i tre archi nella roccia del Kanjon Vratne. Camp Guesthouse for Cyclists Adventurers è un buon posto per incontrare cicloturisti che arrivano da Germania, Inghilterra, Francia e Boyan è un perfetto anfitrione. Dal balcone di una villa una coppia di statue brinda ai passanti: sono i proprietari morti nel 2009 e nel 2014.
Il percorso sale in collina, tra vigne e coltivazioni di lamponi e arriva al fiume Timok, confine con la Bulgaria. Un cartello invita a non infilare soldi nel passaporto: "Don't accept Don't give". La polizia bulgara ci ferma, ci sono problemi con la carta d'identità di Riccardo; passano ore prima di una spiegazione: la Germania l'ha bloccata, denunciata come persa, ma tecnici l’hanno analizzata e hanno controllato step by step il nostro cammino e ci lasciano andare.
Bergovo è larghe vie, una piazza senza un perché nella sua vastità, persone che si muovono stancamente e il casotto che è ufficio cambio ha già chiuso. Sterrate fangose tra campi di girasoli e mais, grano già tagliato e prati incolti, zanzare; finalmente tavolo e fontana: apriamo la tenda, ma un'auto della polizia arriva a sirena spiegata e ci controlla.
Api e arnie, attraversiamo la desolante Delenya, annunci di morti su porte e portoni, il negozio offre pochi prodotti, però Valerio, il proprietario, è gentile e parla italiano: scopriamo di essere nella regione più povera della nazione più povera dell'UE.
Ancora sterrate, tracce coltivate, sentieri nei boschi, asfalto con buche e voragini, more e mele. Una vettura della polizia ci raggiunge, controlla i documenti e ci interroga: "perché lo fate, perché qui, da dove arrivate, dove volete andare, dove volete arrivare oggi".
Nella casa della cultura di Rabrovo provano balli tradizionali e noi destiamo curiosità tra le persone sedute nel grande spiazzo sterrato. A Perilovets molte case chiuse, chiediamo acqua a una coppia e ci regalano un sacchetto di prugne. A Kula resti conservati della Diocesi di Castra di Marte, un'antica fortezza costruita sul confine danubiano dell'Impero Romano. A Poletkovtsi una fontana, un tavolo e nuovamente sirena: "Polizei, passport". Staropatitsa è la solita piazza che è solamente uno spiazzo e anziani che chiedono soldi.
Le catene montuose vanno da est a ovest, noi andiamo da nord a sud quindi la strada continua ondulata, tra mandrie, oche e arnie. Nel fondovalle nuvole di zanzarini, che entrano nel naso, negli occhi, in bocca, nelle orecchie: camminiamo a passo rapido, scacciandoli con una fronda.
Al bivio per le Grotte di Magura, famose per le pitture rupestri, ancora un’auto della polizia. La sera al Complex Magura ci offrono di aprire la tenda nel parco privato.
Una velenosa vipera Berus giace arrotolata sulla vecchia strada ormai senza asfalto, ai vetri delle sgarrupate pensiline delle fermate dei bus i visi degli annunci mortuari si alternano ai visi dei candidati per le elezioni europee.
Seguiamo la Bike Route Western Stàra Planinà, percorso segnato con il supporto della Svizzera, il sentiero sale e ci propone uno scenario mozzafiato: Belogradchik_Rocks, cime rocciose, pinnacoli, torrioni lavorati dal vento e dall'acqua, e una fortezza a dominare la turistica Belogradchik. Il sentiero si introduce nei Monti Balcani, tra torrioni gialli e rossi erosi dal tempo e corone di grigie rocce arenarie, boschi e pascoli, cavalli e scoiattoli, cicogne e rapaci, mucche e pecore. Nei paesi case e fienili in terra cruda.
A Replyana la chiesa "Свети Георги" ristrutturata è di una bellezza che contrasta con la povertà estrema del paese: una anziana ci parla, forse racconta miserie e chiede soldi. Poco oltre una fattoria vende formaggio e yogurt di pecora, Dimitar ci dice "degustation" porgendoci un pezzo di formaggio, buonissimo, come lo yogurt; ce lo vuole donare, ma insistiamo per pagarglielo.
A Dolni Lom ancora polizia di frontiera a fermare le auto in direzione Serbia; noi proseguiamo tra prati falciati e coltivazioni, cani randagi e montagne boscose. Prevala è (come tutti i paesi della Regione Montana) videosorvegliata, cicogne hanno il nido nel piccolo parco giochi, e la barista è la sorridente Tanya: da vent'anni vive ad Anzio, è nata sul mar Nero e d’estate torna qui, il paese del marito, dove c’è troppa povertà, manca il lavoro. A Kotenovtsi chiediamo l'acqua a un uomo in giardino: Ivo ci accoglie e risponde in inglese perché ha lavorato come autista per dieci anni ad Atlanta, negli USA.
Caro Riccardo ci è arrivato adesso il libro , che dire? Semplicemente meraviglioso. Se posso dare un suggerimento è un regalo bellissimo
RispondiEliminaGrazie!
EliminaStavolta direi che la polizia della Bulgaria si è data appuntamento tutta da voi. Oltre alla povertà economica del paese avrete percepito la miseria e forse la paura sociale che il controllo assillante e sospettoso ( forse solo verso gli stranieri) della polizia ha mostrato.
RispondiElimina... avete davvero toccato la realtà della gente: il cammino a piedi regala proprio questo... e voi lo regalate a noi. Grazie, Anna, della tua scrittura così lieve, attenta, ricchissima, vivace!
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