Settimana n. 45
20 agosto 2019 - 26 agosto 2019
Un colle sventrato per fare il riempimento della vicina autostrada a molte corsie, ancora in costruzione. Paesi bianchi sui pendii delle colline, uliveti, vigneti, campi arati dalla terra marrone. Lungo la sterrata un camionista ci regala una bottiglia di acqua ghiacciata e con il suo mezzo allontana un piccolo branco di cani randagi affamati. Sui tetti di Liti boiler a pannelli solari e un fornitore che sta salendo sul suo furgoncino ci regala due bottigliette di acqua ghiacciata esclamando "italiani e greci siamo fratelli, una faccia una razza".
Dall’alto dei colli vediamo in lontananza il Mar Egeo e i tetti di Salonicco che brillano, una zona artigianale, industriale, commerciale, edifici in attività ed edifici abbandonati, è preambolo della città. Sfioriamo il lago Koroneia, a cui la siccità ha dato il colpo di grazia, prosciugandolo e causando la morte di migliaia di pesci.
Un ampio viale, inondato di luce e rinfrescato dal vento, ci fa entrare a Salonicco: piazza Aristotele, vie pedonali, moschee, la Basilica di Santa Sofia, la Torre Bianca. Cerchiamo un cambio per i dinari della Macedonia del Nord, però la Banca Nazionale Greca non li riconosce e dobbiamo accettare un tasso estremamente sfavorevole. Sulla passeggiata a mare provano a rubarci il portafoglio dalla tasca dello zaino, senza riuscirci.
Lasciamo la città diretti a Ovest lungo l'Egnatia Odos: resti romani, archeologia industriale in rovina e restaurata, una chiesa è l’ingresso di una caserma miliare. Il passaggio nel comune di Kalochori è ben visibile: marciapiede, capannoni in attività, maggiore pulizia.
Il Mar Egeo è anticipato dalla vasta zona paludosa Axios-Loudias-Aliakmonas National Park: pellicani, aironi bianchi e rossi, gabbiani, garzette, piro-piro, un nero cormorano su ogni palo della linea elettrica piantato nell'acqua. Una cappella votiva è il punto più a Sud del nostro viaggio.
Campi di riso e di gossypium herbaceum, il cotone che viene dall'India, chilometri di arnie allineate lungo le piste erbose, stormi di uccelli si levano in volo tra le tante piante di fico, dai frutti maturi e zuccherini; ovunque cappelle, costruite dai privati in memoria di qualcuno o per bellezza. Sfioriamo Pella e Giannitsa, a Kariotissa il muezzin prega e le campane suonano. Al limitare dei paesi cimiteri bianchi.
Aziende di trasformazione della frutta e frutteti a non finire: pesche, albicocche, kiwi. A Sandali un platano secolare e braccianti al lavoro in un campo di patate, ma i capi si mettono a urlare "go away" a Riccardo che fotografa. Una sterrata che sale e scende tra i colli, cani randagi e cani da pastore a guardia delle pecore ci circondano abbaiandoci contro.
Edessa ha le cascate più alte della Grecia, percorsi pedonali, un ponte bizantino, platani maestosi. Una sterrata tra cascatelle e ruscelletti per arrivare ad Agras, ciliegi verso Nisi dove il benvenuto è dato dall’azienda Cherryland e il barista ci offre un caffè freddo che è quasi un frappé.
Limni Agra è zona paludosa e precede rilievi ricoperti da meleti e castagneti. Da Nea Xanthogeia bivio per i Monti Voras, in altitudine la terza montagna della Grecia, comprensorio sciistico.
Αd Arnissa passa un corteo nuziale e braccianti siriani, seduti sul pianale di un furgoncino a sbocconcellare pane, ci salutano calorosamente. Meli, peri e peschi sulle sponde del Lago Vegoritida: nel buio della notte ancora si muovono trattori e all'alba braccianti sono già al lavoro. Pescatori in barca nell'argento del lago e migliaia di cormorani nei nidi su alberi spogli, bianchi di guano, o impegnati in rumorosissime battute di pesca.
Agios Panteleimonas prova a diventare località turistica, però la presenza di tanti migranti e i pescatori che vengono in giornata dalla Macedonia del Nord non permettono un vero sviluppo. Montagne brulle sembrano ricoperte di sabbia, in valle vigne per quello che dicono sia uno dei migliori vini greci.
Ad Amyntaio ancora un corteo nuziale e Simone (figlio di un’italiana e un greco), nato in Italia e cresciuto in Grecia, ci spiega che agosto è il mese dei matrimoni: a lui è capitato di dover partecipare a sei feste in un solo giorno.
Dall’alto dei colli vediamo in lontananza il Mar Egeo e i tetti di Salonicco che brillano, una zona artigianale, industriale, commerciale, edifici in attività ed edifici abbandonati, è preambolo della città. Sfioriamo il lago Koroneia, a cui la siccità ha dato il colpo di grazia, prosciugandolo e causando la morte di migliaia di pesci.
Un ampio viale, inondato di luce e rinfrescato dal vento, ci fa entrare a Salonicco: piazza Aristotele, vie pedonali, moschee, la Basilica di Santa Sofia, la Torre Bianca. Cerchiamo un cambio per i dinari della Macedonia del Nord, però la Banca Nazionale Greca non li riconosce e dobbiamo accettare un tasso estremamente sfavorevole. Sulla passeggiata a mare provano a rubarci il portafoglio dalla tasca dello zaino, senza riuscirci.
Lasciamo la città diretti a Ovest lungo l'Egnatia Odos: resti romani, archeologia industriale in rovina e restaurata, una chiesa è l’ingresso di una caserma miliare. Il passaggio nel comune di Kalochori è ben visibile: marciapiede, capannoni in attività, maggiore pulizia.
Il Mar Egeo è anticipato dalla vasta zona paludosa Axios-Loudias-Aliakmonas National Park: pellicani, aironi bianchi e rossi, gabbiani, garzette, piro-piro, un nero cormorano su ogni palo della linea elettrica piantato nell'acqua. Una cappella votiva è il punto più a Sud del nostro viaggio.
Campi di riso e di gossypium herbaceum, il cotone che viene dall'India, chilometri di arnie allineate lungo le piste erbose, stormi di uccelli si levano in volo tra le tante piante di fico, dai frutti maturi e zuccherini; ovunque cappelle, costruite dai privati in memoria di qualcuno o per bellezza. Sfioriamo Pella e Giannitsa, a Kariotissa il muezzin prega e le campane suonano. Al limitare dei paesi cimiteri bianchi.
Aziende di trasformazione della frutta e frutteti a non finire: pesche, albicocche, kiwi. A Sandali un platano secolare e braccianti al lavoro in un campo di patate, ma i capi si mettono a urlare "go away" a Riccardo che fotografa. Una sterrata che sale e scende tra i colli, cani randagi e cani da pastore a guardia delle pecore ci circondano abbaiandoci contro.
Edessa ha le cascate più alte della Grecia, percorsi pedonali, un ponte bizantino, platani maestosi. Una sterrata tra cascatelle e ruscelletti per arrivare ad Agras, ciliegi verso Nisi dove il benvenuto è dato dall’azienda Cherryland e il barista ci offre un caffè freddo che è quasi un frappé.
Limni Agra è zona paludosa e precede rilievi ricoperti da meleti e castagneti. Da Nea Xanthogeia bivio per i Monti Voras, in altitudine la terza montagna della Grecia, comprensorio sciistico.
Αd Arnissa passa un corteo nuziale e braccianti siriani, seduti sul pianale di un furgoncino a sbocconcellare pane, ci salutano calorosamente. Meli, peri e peschi sulle sponde del Lago Vegoritida: nel buio della notte ancora si muovono trattori e all'alba braccianti sono già al lavoro. Pescatori in barca nell'argento del lago e migliaia di cormorani nei nidi su alberi spogli, bianchi di guano, o impegnati in rumorosissime battute di pesca.
Agios Panteleimonas prova a diventare località turistica, però la presenza di tanti migranti e i pescatori che vengono in giornata dalla Macedonia del Nord non permettono un vero sviluppo. Montagne brulle sembrano ricoperte di sabbia, in valle vigne per quello che dicono sia uno dei migliori vini greci.
Ad Amyntaio ancora un corteo nuziale e Simone (figlio di un’italiana e un greco), nato in Italia e cresciuto in Grecia, ci spiega che agosto è il mese dei matrimoni: a lui è capitato di dover partecipare a sei feste in un solo giorno.
Da Aetos saliamo a 1350 m. s.l.m. per raggiungere Nimfeo, un affascinante villaggio con strade lastricate e case in pietra, ingresso dell'Arcturos Bear Sanctuary. Un sentiero tra le faggete dopo alcuni chilometri ha paletti che lo bloccano, ma noi procediamo ugualmente e ci troviamo a camminare tra escrementi di orsi, orme di orso adulto appaiate a orme di cucciolo e rumori di rami spezzati. Ne usciamo a Perikopi, una manciata di case ristrutturate e una fonte di acqua ghiacciata; dall'alto ammiriamo Kastoria e il suo lago, dal ricco patrimonio artistico. Cani randagi ci serrano, sono dodici, digrignano i denti e ci costringono a indietreggiare e ad aggirare un montarozzo pelato, vari chilometri in più per poter ritrovare sentiero e fatte d'orso.
Ad Ag. Antonios di Korestia Irini ci domanda preoccupata "do you have paper?" e ci racconta di migranti senza documenti che vengono portati via dalla polizia nella notte. La nostra tenda si apre nel campo di calcio, nei vecchi spogliatoi camicie, una borsa, un cuscino: evidentemente un riparo di fortuna.
... no, anche i ladruncoli... oltre che i cani randagi! Accidenti...
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