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Ripercorrete con noi l'Europa!

52 articoli, uno per ogni settimana di passi di 365 volte Europa. Prendete una carta geografica e venite con noi: cercate i toponimi e immaginatevi il nostro cammino, seguendo le nostre suggestioni!

E preparatevi al vostro cammino leggendo il nostro Vocabolario.

Settimana n. 4



6 novembre 2018 - 12 novembre 2018

Scrosci di pioggia e vento per tutta la settimana, brevi schiarite sono soste per asciugare la tenda. I nostri passi costeggiano a lungo il Centre Atomique de Marcoule, dal 1955 centro di ricerca sul nucleare e ormai non più centrale produttiva. 

Nella boulangerie di Roquemaure ci sorprende un "Bella l'Italia" esclamato dal giovane Antoine: suo padre è palermitano e con noi lui fa prove di italiano. Il GR ci porta per colline e sentieri ad Avignon "la città dei Papi e del festival": antica, medievale e provenzale al profumo di lavanda; al Carrefour studentesse romane in gita emettono gridolini di giubilo davanti a buste di prosciutto crudo di Parma. 

Ad Aramon (una città e un dio dei Celti) ritroviamo la Via Rhona e il grande Rodano, i cui pesci son contesi da pescatori e cormorani. A Beaucaire la tenda prova a nascondersi tra gli alberi, vicino a campi di petanque, ma poliziotti fanno tana con "Ici n’est pas un camping”, però ci concedono il tempo per la colazione e poi di nuovo in cammino, oltre un ponte ecco Tarascon, la terra di Tartarin, che muove ricordi della nostra infanzia.
GR, strade sterrate, canali, distese di serre, agricoltura, cavalli, zanzare. Rumorosissimi caccia si allenano sulle nostre teste, in gara con nuvole veloci.

Attiriamo la curiosità di chi ama camminare: "State segnando un nuovo percorso?" Li deludiamo con un no.

Arles è un bel ricordo del Cammino di Marcella, ora però la troviamo sporca, dalla periferia caciarona, e la brutta sorpresa di un conto al bar gonfiato da un "supplemento straniero". Conchiglie pellegrine indicano Santiago: è la Via Tolosana.

Noi preferiamo andare a sud, ed è Parco della Camargue: gracidare di rane, manade, mas, cavalli bianchi, paludi, zanzare, stormi di bianche tortore e nere taccole che intrecciano i loro voli in un cielo rapido di nuvole di tutte le tonalità del grigio.

Oltre il Piccolo Rodano l’Occitania. "In questa regione la caccia è una tradizione, rispettatela e fate attenzione" spiegano i cartelli, e due cacciatori ci ammoniscono: "è pericoloso camminare, meglio andare in automobile". La tenda è barriera sottile che non attutisce il passaggio di cacciatori e pescatori, attivi sin dalle 4 del mattino.

A Franquevaux sentori di acqua salmastra e case dal tetto di canne, cavalli bianchi, tori, tamerici e il Canal du Rhône à Sète che saetta verso il Mediterraneo. Cicloturisti, camminatori, cavalieri e corridori. Tra gli altri un giovane che corre agile, minizaino e due borracce (acqua e integratore) in un tascapane portato al collo a caciocavallo: arriva da Finisterre, diretto a Roma.
Sfioriamo Saintes-Maries-de-la-Mer, ma non è il tempo della festa per Sara-la-Kali (Sara la Nera), venerata dalla comunità gitana di Manouches, Coradores, Sinti e Rom. Ci dirigiamo alla fortezza di Aigues Mortes, costruita da Saint Louis, unico sbocco al Mar Mediterraneo al tempo del Re Luigi IX. Procediamo paralleli al mare, su una finissima lingua di terra tra acque salmastre: fenicotteri rosa a nord, saline bianche e rosa a sud.

Da est invece arriva il vento che ci spinge verso lo sciabordio delle onde del Mare Nostrum, dolce ninna nanna nella tenda montata a Le Grau du Roi: un gatto bianco, sfrattato dal suo pezzetto di prato, ci guarda sospettoso. Appena più in là La Grande Motte: bianca, pulita e ordinata; case moderne e un’urbanizzazione favorevole a pedoni e ciclisti anticipa chilometri di duna riconquistata.

Cartelli chiedono "avvisate se sospettate atti di terrorismo". La sera in tenda, su una sottile striscia di terra tra le acque, a ridosso della Cattedrale di Maguelone ci dona il brivido di un’ora di volo di elicottero a luci spente sulle nostre teste: ricerca di sospetti o esercitazione? Non lo sapremo mai, però la mattina alle 5 eravamo già pronti a partire nel buio.




Commenti

  1. Un percorso che mi ricorda delle vacanze di molti anni fa con il camper e senza cartelli di sospetti. Probabilmente questo è stato il primo segnale incontrato da voi di un 'cambiamento' anche della paura della gente. Un viaggio il vostro a piedi che vi farà toccare con mano i cambiamenti.

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