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Ripercorrete con noi l'Europa!

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Settimana n. 9


11 dicembre 2018 - 17 dicembre 2018


Antonio il carpentiere ferma il furgoncino, simpaticamente curioso: "La tenda è calda? L'hanno fatta apposta per voi?" e ci raccomanda di visitare Peniscola, più a sud. Le Nius de Metralladora sono parte della fortificazione costruita all’inizio della guerra civile sulla costa di Alcanar e riaffiorata dalla sabbia nel febbraio 2017 in seguito a una violenta tempesta marittima.

Guadiamo facilmente il Riu de la Senia per lasciare definitivamente la Catalunya ed entrare nella Comunidad Valenciana. Carrer de la Donzella, sentieri, passaggi pedonali e lungomari. Vinaros è una cittadina arabeggiante, una fontana mosaicata, un Decathlon in cui ripristinare l'attrezzatura e camperisti tedeschi, olandesi, inglesi, francesi e anche un italiano. La tenda si apre nell'angolo di un parco pubblico. Un'enorme draga pesca sabbia dal porto e la spara sulla spiaggia a poche centinaia di metri da noi, con un frastuono continuo, che non riesce a diventare rumore bianco. Alle 4,35 ci sveglia il fragore di un temporale: è l'irrigazione automatica, un ugello ha preso vita proprio sulla porta della tenda.

In cammino all’alba, la stanchezza si somma alla tristezza di una lunga teoria di palazzi (condomini, hotel, residence, SPA) chiusi, la spiaggia e una duna in fase di ripristino ci guidano a Peniscola: un castello, case bianche e una chiesa su una penisola rocciosa. Cale dalle correnti peligrose e un sentiero sulle scogliere fino al Parco Natural Sierra de Irta; la torre Badum è sentinella su una rupe alta cento metri, a difesa dei pirati di Barba Roja, l’incubo del Mediterraneo nel XVI secolo. Macchia mediterranea, calette, ulivi millenari, pinete e pareti rocciose.

Alcossebre è chilometri di condomini e un porto. Spiaggia di ciottoli per arrivare al Parco Naturale del Prat, zona umida costiera, acquitrini e stagni dove svernano i falchi di palude e i martin pescatori. Il successivo arenile della Ribera de Cabanes è 7 chilometri di spiaggia di ciottoli resi scivolosi dalla pioggia, da stroncare le caviglie.

Dalla Torre de la Sal, Costa del Azahar, una passerella in legno accessibile a tutti fa camminare al bordo della duna: pannelli spiegano la storia delle dominazioni vissute dalla Spagna sin dalla preistoria. Alla Meson la Bellota il pranzo è pulpo, e passerotti che volano tra i tavoli per aspirare le briciole. L'urbanizacion che precede e da forma a Orpesa è pacchiana, eccessiva, mastodontica, panchine e giochi bimbi mosaicati, sculture che sono serpenti ed elefanti puntati verso il cielo.

La Via Verde corre sul vecchio tracciato della Barcellona-Siviglia: sei chilometri di spazio per biciclette (in asfalto) e piedi (in terra battuta) fino a Benicassim, ai piedi delle montagne del Desert des Palmes, un grande anfiteatro montagnoso in cui il deserto è coltivato e produce piante aromatiche. Un lungo mare con palme e pini marittimi, e ai piedi della torre San Vicente una grande struttura per disabili motori: uno spogliatoio, una doccia, una toilette. Una passerella in legno bordeggia la spiaggia di sabbia. Sempre dritto, tra palme da dattero, verso il porto di Castellon, hotel signorili, un Grau non pubblico, ma campo da golf e spazio cani. Mezzo periplo della REPSOL per riportarci al lungomare di Almassora. Una scultura al meridiano di Greenwich, che passa da qui incurante della scelta politica fatta da Francesco Franco per sentirsi cittadino dell’Europa centrale.

La desembocatura del Riu Millar è inguadabile per le onde alte e la portata del fiume oltre misura. Un percorso natura ci riporta nell'entroterra, una briglia è dimezzata da una distruzione del passato prossimo, i ponti dell'autovia e della ferrovia sono ad altezze irraggiungibili, la sterrata è diventata il letto del fiume. Finalmente un ponte e ci troviamo a Vila Real: quasi quattro chilometri di case moderne e popolari, un centro pedonale con chiesa antica e municipio franchista, un carrer che ha al centro un viale pedonale, un quartiere commerciale.

La Panderola - traçat ciclo cultural - ci porta tra agrumeti e coltivazione di cachi. All'ingresso di Les Alqueries alcune decine di persone aspettano di essere chiamate per la raccolta degli agrumi. Salutiamo raccoglitori magrebini in pausa colazione lungo la sterrata che fa da ricamo esterno all'autopista del Mediterraneo.

A Moncofa il forno La mura Panaderia ha il pavimento in plexiglas per rendere visibile un tratto di mura romane. Qualche chilometro di strade completamente attrezzate (lampioni, marciapiedi, pista ciclabile, segnaletica e servizi) in via di rinaturalizzazione: bancali di piastrelle e cemento ordinatamente attendono l’ipotetica ripresa dei lavori. Moncofa, Xilxes e Almenara hanno una passerella in legno tra le dune, casette graziose, piccoli parchi e pulizia. Un canale le separa da una lunga spiaggia di duna, sassi e sabbia verso le tamerici di Almardà. Una famiglia passa e l’anziano nonno si ferma, ci saluta e ci racconta che è romeno, ladino, quindi siamo fratelli.

A Canet d'en Berenguer, gente che corre e un distributore di preservativi con l’invito a utilizzarli per salvaguardare la salute dei propri clienti. Un cavalcavia ci porta alti sul puerto industrial di Segunt lato mare e su un'altura a destra, appena oltre la zona industriale, i resti antichi di Segunto. Alla Torre del Grau Vell inizia l'Espai protegit de La Marjal dels Moros: macchine fotografiche e binocoli per osservare cormorani, fenicotteri, aironi bianchi e picchi. Le casette di Puçol precedono un'area umida. Il mare di Puig è paradiso dei surf, una striscia di casette e qualche palazzo.

Attraversando un desolante e silenzioso poligono industriale e campagne coltivate ci avviciniamo alla conurbazione Valenciana: nomi differenti che si susseguono senza confini. Valencia è sontuosa, bianca, caotica, turistica nel suo centro storico; è negozi globalizzati e un bergamasco che si lamenta per il caos. Le frecce gialle del Camino de Levante segnano i muri delle case di una lunga teoria di ajuntamentos, che parlano di passato romano e turco nei nomi e nell'architettura Alfafar, Massanassa, Catarroja, Silla. Quartieri industriali e coltivazioni di agrumi e cachi, carciofi e meloni. Parc natural de l'Albufera: piccole e bianche Cases de Marjal e un'oasi ornitologica. Almussafes e Benifayó: due cervezas in un bar, accolti da una cliente che ci racconta di aver vissuto a Settimo Torinese. Durante il giorno numerose persone ci indicano il percorso, direzione Santiago.




Commenti

  1. Sto leggendo con molto interesse questo vostro viaggio, mi stupisce la vostra capacità di tenere 'dentro' questo mare di notizie e soprattutto saper voltare la testa da mille parti con la sensazione di non voler perdere tutto.

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