Settimana n. 14
15 gennaio 2019 - 21 gennaio 2019
Colline si affacciano timide oltre la nebbia gelatinosa. La strada sterrata, a tratti sconnessa, si alza e si abbassa in un paesaggio quasi stepposo fino al primi olivi, preludio di Zebreira. Lecci e graniti al Barragem de Toulica cedono il posto a boschi di eucalipti.
Alcatozes è bianca, arrampicata sul colle. Tutti salutano, fanno domande e augurano buon viaggio. Un trio di donne ci propone l'acquisto di un terreno: "Viviamo in Italia", ma insistono, magari conosciamo qualcuno interessato. Lasciando il paese un'anziana donna è molto preoccupata per il peso dei nostri zaini e benedice il nostro viaggio.
Idanha a Nova è lassù, per raggiungerla calpestiamo una calçada romana. Proviamo a curare stanchezza, dolori artritici e freddo con una notte calda dell'Hostel Pousada de Juventude. Al mattino tutto è avvolto in una coltre grigia e Riccardo non riesce a mettersi in piedi per una labirintite acuta. I nostri organismi ci obbligano alla prima (che rimarrà unica) sosta dell’intero cammino.
Nuvole rosate navigano nel cielo azzurro e salutano i nostri passi nel nuovo giorno. Forni antichi. mandrie al pascolo: mucche, tori, vitelli si fermano, erba a mezz'aria, stupiti a guardarci. Sughere, pavoncelle, avvoltoi, ginestroni, upupe, nei giardini olivi e viti si intersecano e si coniugano.
Castelo Branco ci va sentire ospiti graditi: una periferia bianca, pulita, armonica e il premio a fine giornata è Mr. Pizza: pizza gigante e sottile, il menù in italiano e una coppia di giovani che entrano appena dopo noi e aspettano a ordinare per non passarci davanti.
Casette, giardini, sprazzi di orti, aranci e limoni, poi sterrate su e giù tra boschi di eucalipti e cisto, nato a ripopolare terre distrutte dal fuoco. Le mimose sono già pronte a fiorire. Lungo il Rio Ocreza rocce levigate dall'acqua, muretti dalle pietre piatte a terrazzare oliveti, il croccare dei rami secchi raccolti nel bosco per scaldare il pomeriggio piovoso.
A Ferrarias Fernanda ci chiama, correndo verso il cancello di casa, domanda di noi e ci spiega: sta avviando un'attività di turismo lento, un cammino di tredici chilometri, una casetta nel campo di fronte a casa per dar ristoro ai camminanti. Poche centinaia di metri di cammino e ci raggiunge in auto, porgendoci un sacchetto di mandarini e mele piccole e gustosissime. Ci dissetiamo alla Fonte Longa Armonia, sperando in benefici effetti. Viti spuntano tra gli olivi su un prato di margherite, le case hanno le finestre evidenziate di giallo, di arancione, di azzurro.
Lactarius deliciosus scoperti dall'occhio attento di Riccardo, saranno sugo della nostra pasta serale. All’alba nebbia e pioggia trasforma in bosco fatato la pineta sbruciacchiata che grida il suo inno alla vita buttando al cielo punte cariche di foglie verdi. Ancora eucalipti che sono gambe di donne sciatte, dalle calze velate strappate che scendono a terra.
Sobreira Formosa è strade di sampietrini, come in tutti i centri abitati attraversati da Alcantera in poi, che si inerpicano, svoltano, ritornano su se stesse, case bianche con spigolature ravvivate da colori pastello e alcune gradevoli architetture inusuali. Gli oliveti stanno nei pianori dei fondovalle e le vigne colonizzano i pendii.
A Proença a Nova la pioggia battente ci porta all'hostel Suites do Pinhal per una cena tutta portoghese: ogni piatto è dettagliatamente spiegato da Manuel che termina quasi sempre con un gesto di mani che si immergono e l'esclamazione: "fritto!". In TV film telefilm e documentari in lingua originale con sottotitoli, anche un Montalbano: i sicilianismi come suoneranno?
Stradine a collegare frazioni linde e pinte: nessuna vettura, qualcuno cammina, cani alla ricerca di coccole, vetrine di bar fuori dal tempo. Agnellini bevono avidamente il latte materno. Pale eoliche e cappellette votive, alcune sono ripari con sedili. Donne negli orti ci offrono cavoli dall'alto fusto, uomini ci vorrebbero offrire un digestivo: decliniamo l'invito.
Serta è cuneo tra due fiumi, un castello, un teatro cinema in cui oggi proiettano Mary Poppins, e Juan - reparaçao de calçado - che ci aiuta a dare nuova vita e chilometri alle nostre scarpe da cammino. Non distante da qui nevica sulla Serra da Estrela, comprensorio sciistico con sei chilometri di piste. Le case sparse e bianche dai giardini curati si allineano e si avvicinano a divenire periferia gradevole e poi centro città di Figueiró dos Vinhas (ma di fichi non c'è nemmeno l'ombra). Vari caccia volano bassi sulle nostre teste: a Monte Real, poco distante, c’è la Base Aérea N.º 5 (BA5), aeródromo militar da Força Aérea Portuguesa.
Alcatozes è bianca, arrampicata sul colle. Tutti salutano, fanno domande e augurano buon viaggio. Un trio di donne ci propone l'acquisto di un terreno: "Viviamo in Italia", ma insistono, magari conosciamo qualcuno interessato. Lasciando il paese un'anziana donna è molto preoccupata per il peso dei nostri zaini e benedice il nostro viaggio.
Idanha a Nova è lassù, per raggiungerla calpestiamo una calçada romana. Proviamo a curare stanchezza, dolori artritici e freddo con una notte calda dell'Hostel Pousada de Juventude. Al mattino tutto è avvolto in una coltre grigia e Riccardo non riesce a mettersi in piedi per una labirintite acuta. I nostri organismi ci obbligano alla prima (che rimarrà unica) sosta dell’intero cammino.
Nuvole rosate navigano nel cielo azzurro e salutano i nostri passi nel nuovo giorno. Forni antichi. mandrie al pascolo: mucche, tori, vitelli si fermano, erba a mezz'aria, stupiti a guardarci. Sughere, pavoncelle, avvoltoi, ginestroni, upupe, nei giardini olivi e viti si intersecano e si coniugano.
Castelo Branco ci va sentire ospiti graditi: una periferia bianca, pulita, armonica e il premio a fine giornata è Mr. Pizza: pizza gigante e sottile, il menù in italiano e una coppia di giovani che entrano appena dopo noi e aspettano a ordinare per non passarci davanti.
Casette, giardini, sprazzi di orti, aranci e limoni, poi sterrate su e giù tra boschi di eucalipti e cisto, nato a ripopolare terre distrutte dal fuoco. Le mimose sono già pronte a fiorire. Lungo il Rio Ocreza rocce levigate dall'acqua, muretti dalle pietre piatte a terrazzare oliveti, il croccare dei rami secchi raccolti nel bosco per scaldare il pomeriggio piovoso.
A Ferrarias Fernanda ci chiama, correndo verso il cancello di casa, domanda di noi e ci spiega: sta avviando un'attività di turismo lento, un cammino di tredici chilometri, una casetta nel campo di fronte a casa per dar ristoro ai camminanti. Poche centinaia di metri di cammino e ci raggiunge in auto, porgendoci un sacchetto di mandarini e mele piccole e gustosissime. Ci dissetiamo alla Fonte Longa Armonia, sperando in benefici effetti. Viti spuntano tra gli olivi su un prato di margherite, le case hanno le finestre evidenziate di giallo, di arancione, di azzurro.
Lactarius deliciosus scoperti dall'occhio attento di Riccardo, saranno sugo della nostra pasta serale. All’alba nebbia e pioggia trasforma in bosco fatato la pineta sbruciacchiata che grida il suo inno alla vita buttando al cielo punte cariche di foglie verdi. Ancora eucalipti che sono gambe di donne sciatte, dalle calze velate strappate che scendono a terra.
Sobreira Formosa è strade di sampietrini, come in tutti i centri abitati attraversati da Alcantera in poi, che si inerpicano, svoltano, ritornano su se stesse, case bianche con spigolature ravvivate da colori pastello e alcune gradevoli architetture inusuali. Gli oliveti stanno nei pianori dei fondovalle e le vigne colonizzano i pendii.
A Proença a Nova la pioggia battente ci porta all'hostel Suites do Pinhal per una cena tutta portoghese: ogni piatto è dettagliatamente spiegato da Manuel che termina quasi sempre con un gesto di mani che si immergono e l'esclamazione: "fritto!". In TV film telefilm e documentari in lingua originale con sottotitoli, anche un Montalbano: i sicilianismi come suoneranno?
Stradine a collegare frazioni linde e pinte: nessuna vettura, qualcuno cammina, cani alla ricerca di coccole, vetrine di bar fuori dal tempo. Agnellini bevono avidamente il latte materno. Pale eoliche e cappellette votive, alcune sono ripari con sedili. Donne negli orti ci offrono cavoli dall'alto fusto, uomini ci vorrebbero offrire un digestivo: decliniamo l'invito.
Serta è cuneo tra due fiumi, un castello, un teatro cinema in cui oggi proiettano Mary Poppins, e Juan - reparaçao de calçado - che ci aiuta a dare nuova vita e chilometri alle nostre scarpe da cammino. Non distante da qui nevica sulla Serra da Estrela, comprensorio sciistico con sei chilometri di piste. Le case sparse e bianche dai giardini curati si allineano e si avvicinano a divenire periferia gradevole e poi centro città di Figueiró dos Vinhas (ma di fichi non c'è nemmeno l'ombra). Vari caccia volano bassi sulle nostre teste: a Monte Real, poco distante, c’è la Base Aérea N.º 5 (BA5), aeródromo militar da Força Aérea Portuguesa.
Commenti
Posta un commento