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Ripercorrete con noi l'Europa!

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Settimana n. 15


22 gennaio 2019 - 28 gennaio 2019

Un’eclissi di luna rende più buia la notte. Il paesaggio continua a essere uno scavezzacollo che ci fa andare su e giù a toccare ribiere, boschi che si riprendono da incendi più o meno recenti, vecchi mulini trasformati in casali, case modernissime che son cubi bianchi di cemento e acciaio, frazioni piene di vita: panni stesi, fontane, comignoli che fumano. Ci vogliono alcuni chilometri di pioggia per trovare giaggioli a ingentilire uliveti con il loro bluette.

Cerchiamo i segnavia del Caminho portoguese: prima troviamo il biancorosso della GR26, poi frecce blu a sud per Fatima e gialle a nord per Santiago. Conosciamo Mex un giovane sud coreano, arriva da Saint Jean Pied de Port via Santiago e va a Lisbona: in Corea il Camino fa guadagnare crediti formativi.

Anche qui la Storia si fa presente: a Fonte Coberta un ponte Filipino costruito a cavallo del 1600, quando la Spagna dei due Filippi invase il Portogallo e costruì ponti e strade; il sito archeologico di Conimbriga è scavi dell'antica città romana sulla strada che i romani vollero a collegare Lisbona a Braga.

Donne immerse al ginocchio in una roggia con stivaloni da pescatore non prendono pesci, ma lavano panni: una profusione di Omo per un bucato a mano di altri tempi, lenzuola, tovaglie e maglie della pelle in lana a manica lunga. Dall'alto Coimbra è una torta di matrimonio ricoperta di glassa multicolore, racchiusa nel blu del rio Mondego che qui fa ansa a sud; è la patria delle Republicas, comunità autogestite dagli studenti: convivenza e libertà, porti franchi persino durante la dittatura fascista di Salazar. Il centro di Coimbra è strade di sampietrini bianchi, è plaça 8 de Majo con la straordinaria Igreja de Santa Cruz: pareti interne maiolicate azzurre e un organo antico rosso e oro e le canne nere.

Il percorso diventa strada sterrata immersa in bosco di eucalipti. Acetoselle gialle nel verde dei prati curati. Rami gialli dei salici a legare vigne, ulivi, agrumeti, orti, piccole strade a legare paesi, come grani di un rosario, con il tempo scandito ogni quarto d'ora dall'Ave Maria di Fatima. Tra le solite ceramiche che celebrano santi o illustrano scene bucoliche sul muro di una casa compare un Simon Bolivar. All’interno dei quotidiani è sempre presente una pagina di annunci quasi pornografici, corredati di esplicite foto. 

Praia de Mira è emozione dell’arrivo all'Oceano Atlantico: onde, le luci lontane di navi, una cappella in legno, un monumento alla famiglia del marinaio. Festeggiamo dormendo al Granny's House Hostel: la cucina comune, il bagno comune, una stanza perfetta per una notte calda a riparare i nostri malanni e a colazione l’incontro con Rubén Genchi, allenatore italo-argentino di ginnastica artistica a rotelle.

Da qui il cammino è oceano: spiaggia bianca, ciottoli, conchiglie ricamate dall'acqua, onde, gabbiani rari (anche lo sghignazzante dalla testa nera) e piro piro piccoli. La duna è alta e preservata, quindici metri di sabbia con cespugli a fare da capelli. Piste di sabbia e piste ciclopedonali, mimose fiorite e cicogne a tutela dei nidi, messi a formare condomini su tralicci ed eucalipti lungo il rio Vouga.

La Praia do Furadouro, paradiso dei surfisti, a noi offre è uno spettacolare paesaggio in bianco e nero: sabbia chiara costellata da nere palle di sabbia fossile che pare creta; il bianco delle onde mosse dal vento di ovest e il nero del mare violento; il bianco delle nuvole al largo e il plumbeo delle nuvole di costa che si lasciano andare e diventano pioggia acuta come spilli sul viso.

Un percorso a pedana su pali, accessibile a tutti, compie il giro dell’Observatório de Avifauna della Barrinha de Esmoriz e infine ci fa arrivare a Espinho, la sua lunga spiaggia, le barche dai colori sgargianti e il chiassoso mercato del pesce dove le donne di prima mattina vendono il carico portato a riva dai pescatori.


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