Settimana n. 21
5 marzo 2019 - 11 marzo 2019
Stradine e sentieri, salite e discese: ritroviamo paesaggi rurali, case graziose, cani che abbaiano. A Pozuele una fontanella di acqua fresca potabile esce dal recinto di una casa privata, a disposizione dei pellegrini che qui arrivano dopo una faticosa salita, quella che per noi che andiamo al revés è una discesa spacca ginocchia.
Attraversiamo Guernika, il suo roblo antico ricorda la voglia di indipendenza di questo popolo fiero, ma è città della Paz, signorile e moderna, e immaginarla il 26 aprile 1937 è un'emozione: il bombardamento, compiuto dai nazifascisti, di una città, in un giorno qualsiasi, uccidendo qualche centinaio di civili inermi ha funzionato, diventando prova ed esempio per le guerre successive.
Attraversiamo Guernika, il suo roblo antico ricorda la voglia di indipendenza di questo popolo fiero, ma è città della Paz, signorile e moderna, e immaginarla il 26 aprile 1937 è un'emozione: il bombardamento, compiuto dai nazifascisti, di una città, in un giorno qualsiasi, uccidendo qualche centinaio di civili inermi ha funzionato, diventando prova ed esempio per le guerre successive.
"Sono sempre estasiato dal conoscere viaggiatori a piedi" ci dice Paco "la gente sceglie l'automobile, vuole la comodità". Anche noi stiamo scegliendo un briciolo di comodità: spediamo un pacco in Italia, liberandoci di maglioni pesanti, guanti, berretti e pantaloni invernali: è quasi primavera, alleggerirci è un obbligo per la nostra salute.
Nuvole in molte tonalità di grigio, fino al nero più nero, danzano sulla nostra testa. Tra Gerrikaiz e Uriona un sentiero scosceso a rischio cadute è diventato una comodissima scalinata: un italiano l'ha già imbrattata scrivendoci romantiche e inutili frasi. Il cielo si fa d'acqua, raffiche di vento lo spingono a sferzate, il Monasterio di Zenarruza è rifugio di fortuna che ci fa conoscere Daniele, svizzero-spagnolo, un passato da legionario, un presente da giovane pensionato, cammina molto e ci spiega che i coreani vengono sul Camino de Santiago anche per superare turbe psichiche.
Bolibar è luogo in cui affonda origine e voglia di indipendenza il famoso venezuelano Simon, che la Bolivia ricorda nel nome. Siamo a Deba nel giorno della donna, "giornata non di festa, ma di protesta" ci dice Maria salutandoci e domandando a Riccardo: "e tu appoggi la tua donna?".
Il Gr121 è spettacolare: a picco sull'oceano, tra prati, pascoli, spiagge, basse rocce scanalate che si perdono nell'acqua, pareti chiare a picco e rossi promontori lavorati da vento, acqua e movimenti della terra. Le onde schizzano alte, avvisi sparsi chiedono ai camminanti di rispettare i pascoli e le mandrie. Andando ci sorprende un angolo infermeria a disposizione dei pellegrini e un tavolino con timbri e acqua: "non donate soldi, è gratis" è scritto in molte lingue, ma non in tutte e quindi c'è qualche monetina coreana.
Un castello e un faro indicano la baia di San Sebastian, dove surfer giocano con le onde. Saliamo lungo le pendici del monte Ulia, incontrando persone che passeggiano, corrono, vanno in mountain bike, ma non le Brujas che da quassù lanciavano strali e malefici contro le navi in questo angolo di mare in cui vivono le balene.
A San Juan una lapide identifica la casa in cui soggiornò Victor Hugo nel lungo viaggio attraverso i Pirenei. Alla salita sotto la pioggia al Jaizkibel, colle pirenaico piuttosto ardito, segue la discesa verso la medievale e fortificata Hondarribia, puntando ai fari che presidiano la baia che divide la Spagna dalla Francia. L'isola nel centro della baia è Konpatzia, per i baschi, Île des Faisans, per i francesi che la governano dal 31 luglio al 31 gennaio, e Isla de los Faisanes per gli spagnoli che la amministrano gli altri sei mesi.
A Irun un UPS propone trasporto bagagli sul Cammino di Santiago, un bar del centro è Meeting Point Pilgrims e il ponte sulla Baie de Chingoudy è confine con la Francia. I Pirenei procedono paralleli alla costa del Golfo di Guascogna e la Vélodyssée prosegue la Corniche basque per formare una Via verde oceanica.
Oltre Bidart e prima di Biarritz la tenda si apre su un prato affacciato sul Lac de Mouriscot. Un francese con cui dialoghiamo a lungo ci domanda: “Da quale parte della Francia arrivate?" Un bel complimento dopo 3 mesi di ola, nosotros y desculpe!
giornata di 'liberazione' per voi, dal freddo e dalla neve e probabilmente dall'inverno rigido. Il pacco di cose che eliminate dagli zaini promette più leggerezza ed è un bell'augurio. Cosa ha risposto Riccardo alla signora Maria? Forse un sorriso è stata la sua risposta garbata. Complimenti per il vostro francese, davvero.
RispondiEliminaSperavamo di aver lasciato il freddo alle spalle, ma siamo stati ottimisti :-)
EliminaCertamente avere uno zaino un poco più leggero è stata una gradevole esperienza!