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Settimana n. 23


19 marzo 2019 - 25 marzo 2019

Il sole si sta appena stiracchiando su dall'orizzonte quando ci incamminiamo, titubanti, poiché ci attende la periferia di Bordeaux, ma il percorso ci stupisce: ciclabili, percorsi pedonali segnati con il biancorosso delle GR, persino i tram viaggiano a filo d'erba. Nella Gare di St. Jean si aspettano i treni ascoltando musica classica. Il centro storico è più in là, il cammino va a superare la Garonne, continuando in sicurezza su vie per viaggi lenti: il ponte Eiffel, naturalmente di ferro, fa superare la Dordogne poco prima che si unisca alla Garonne per diventare Gironde, settantacinque chilometri di foce diretta all'oceano.

Cubzac è i resti dello Chateau des quatre fils Aymon e le cave di calcare, che spiegano le costruzioni di Bordeaux. Ancora un Cammino di Santiago, quello di Tours, e sentori di Occitania, perché la storia è quella, anche se ora si chiama Nuova Aquitania.

Ronzio di api, biancospini, germogli sulle piante e nobili viti in fiore e famosi vini da assaggiare a Blaye, di fronte al Forte Paté, un’isola in mezzo all’estuario della Gironda, il più grande d’Europa.

Cavalli, mucche, pecore e lontre che si affacciano e si tuffano nei canali. La centrale nucleare del Blayais precede una Riserva ornitologica, dove ricompaiono le cicogne, e l’incantevole Vitrezay e le carrelets, palafitte che sostengono bianche capanne dei pescatori, sulla Gironde che appare mare luccicante in controluce.

Il GR360 porta a un altro mare, quello delle vigne che ricoprono colline a perdita d’occhio, inframmezzate da pioppi addobbati da vischio. Un porto di barche e di camper a Mortagne-sur-Gironde e il suo Musée de la Carte Postale.

Il grano cresce nei campi, la bassa marea mette in mostra la Baie de Chant Dorat e la bianca Falaise du Caillaud. Il sentiero costiero è una meraviglia tra scogliere e spiagge, fino al faro di Saint-Georges-de-Didonne, che decreta il definitivo arrivo all’acqua salata.

A Pontaillac grandi fotografie mostrano com'era: ora è quartiere residenziale e spiaggia rinomata di Royan. Ancora GR e Vélodissée, e sul litorale il famoso Sentier du Douanier, più di duemila chilometri al bordo delle coste bretoni: gente che cammina e fa sport e, incuriosita dai voluminosi zaini, fa domande.

La spiaggia de La Grande Côte è un immenso arenile, chiuso dalla duna, da cui spuntano vecchi bunker. Un artista ritrae sulla sabbia il Faro di Cordouan, detto il Faro dei re: lontano, quasi invisibile nella foschia, ma il disegno ne mostra i dettagli. Dossi nelle foreste sabbiose di pini e lecci e improvvisamente compaiono due cuccioli di tasso che ci seguono, giocherelloni e paurosi.

Il pont de l'île d'Oléron sono quasi tre chilometri di strada sull’acqua che collegano Bourcefranc-le-Chapus alla più grande isola francese della costa atlantica. Marennes, famosa per le sue ostriche, allevate in vasche naturali, anticipa la Citadelle de Brouage, un antico giro di mura, opera di ingegneri italiani nel XVI secolo, e all’interno negozi e anziani che giocano a pétanque. Un terreno paludoso, bonificato con canalizzazioni, in cui cicogne, lontre, aironi e cigni si aggirano tra pescatori e il cammino avanza su piste dall’insolito fondo di gusci d’ostrica.


Commenti

  1. Anche per me sarebbe stata una sorpresa Bordeaux come l'avete incontrata voi. Passarla in macchina come feci io diversi anni fa è terribile.
    Voi siete la dimostrazione che il cammino, quello lento avvicina alle cose e te le fa apprezzare forse anche capire meglio e stupirsi per le scoperte a favore della bellezza.

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