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Settimana n. 24


26 marzo 2019 - 1 aprile 2019

Tranquille stradine di campagna verso Echillais e per arrivare a Rochefort confidiamo in un pont transbordeur, ma è in ristrutturazione e per oltrepassare la Charente non resta che il ponte stradale, quasi aereo, con uno stretto marciapiede ai lati, tra vento e panorama sulla zona umida.

Rochefort è terme, antico arsenale e bianchi palazzi neoclassici; per noi sono i ricordi di madame Monique, novantenne dalla vita piena e il sorriso allegro. Voli di aironi e cicogne attraversano il Marais de Fouras e ci indicano l'oceano: laggiù l’Île-d'Aix e il Fort Boyard, un baluardo napoleonico, emergente dall'acqua.

Risalendo la costa verso nord, tra vendita e degustazione di ostriche e cozze, pannelli spiegano il programma d’azione di prevenzione delle inondazioni per evitare i danni di tempeste come Xynthia, abbattutasi su queste coste il 28 febbraio 2010 facendo venticinque vittime. In lontananza i palazzi di La Rochelle e la maxi ruota bianca, non solo giostra, ma punto panoramico, nella via che porta alla stazione.

È primavera fredda, al mattino la tenda ha strisciate di gelo e il termometro segna gradi 3. La Rochelle è un porto, canali, case medievali in legno e quartieri moderni dalle strade larghe e dal colore candido, è storie di cavalieri templari che qui approdavano e di pellegrini del passato che da qui passavano diretti a Santiago, è un ponte lungo tre chilometri che la unisce all'Île de Ré.

Un intreccio di ciclabili ci fa arrivare alle fragili Faleises du Pertuis Breton, erose dalle maree oceaniche; la spiaggia è decine di metri di marrone fradicio, ad aspettare il mare che in serata la ricoprirà, e grandi cestoni di legno son bac á marée messi qui e là per raccogliere rifiuti portati delle maree.

Una zona umida tutta canalizzata unisce Esnandes e Charron, nel cielo le starne disegnano nuvole argentate con le loro evoluzioni, un ponte è necessario per superare il delta del Sévre Niortaise.

Un pullman da cinquanta posti è lo scuolabus: percorre strade e stradine a raccogliere studenti dalla miriade di fattorie e case con infissi di tutte le sfumature del colore del mare sparse tra canali, campi coltivati a grano e pascoli per pecore, mucche, cavalli.

Saint Michel-en-l'Herm è l'Abbaye Royale, intravista tra gli alberi del suo parco, L'Auguillon-sur-mer è un gran numero di camper, in sosta e in movimento, e un ponte per attraversare la foce del Lay, duna e sentieri. A La Tranche-sur-Mer windsurf colorano l’oceano e gli alberi hanno nomi di bimbi: ne piantano uno per ogni nuovo nato.

La forêt de Longeville-sur-Mer è perfetta per una Dune Buggy, un po' più faticosa per le nostre gambe e per quelle degli atleti che stanno correndo una gara podistica: ci scontriamo con uno sparuto gruppetto di uomini e donne, il numero sulla maglia, indecisi sul percorso.

Il 31 marzo cambia l'ora, le lancette avanzano. A Bourgenay ritroviamo l'oceano, un porto di yacht, una pista di sabbia da camminare con il naso all'insù seguendo le evoluzioni acrobatiche di un piccolo aereo.

Les Sables d'Olonne è turismo, saline e pesca: 15.000 tonnellate nel 2018, pesce da inviare a Parigi e sardine a Nantes.

Ancora foresta dunale, quella d'Olonne, che attraversiamo con un percorso equestre fino a Bretignolles-Sur-Mer; alla Plage du petit Pont, per naturisti, facciamo attenzione a non inciampare in uomini nudi distesi al sole, e subito dopo facciamo attenzione a non pestare decine e decine di stelle marine, morbide e vive, talvolta accartocciate per difendersi.

St Gilles Croix de Vie è l'estuario del Vie, un lungofiume ampio, un centro pedonale e la zona industriale così perfetta da essere mimetica.


Commenti

  1. non ho sentito raccontare di pioggia di pioggia, bene o almeno spero anche se il gelo persiste forse in modo anomalo data la stagione. Una settimana di pieno di mare e di verde. Camminare nella foresta o sulle dune , fatica a parte, deve essere molto bello e rilassante almeno per gli occhi.

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