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Ripercorrete con noi l'Europa!

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Settimana n. 33


28 maggio 2019 - 3 giugno 2019

Bernd corricchia, si ferma, scambiamo opinioni, è contento che alle elezioni europee della domenica passata i Verdi abbiano conquistato nuovi seggi. Parliamo anche con due ragazzi inglesi, che tirano con un cavo da terra un catamarano a pedali: stanno facendo un lungo viaggio, ma hanno rotto il mozzo e i pedali non funzionano più, vanno all'attracco per provare a riparare il loro mezzo.

Ed ecco Wolfsburg, la città della Volkswagen, nata per volere di Hitler, cresciuta per lo sviluppo di auto come il maggiolino, e resa turistica dopo la caduta del Muro. Lungo il Mittellandkanal donne e uomini di ogni età sgusciano dalla stazione ferroviaria e si avviano a frotte verso i cancelli degli stabilimenti e del palazzo direzionale. Più avanti il Planetarium, Autostadt museo di automobili all'aria aperta, e il Phaeno Science Center, struttura avveniristica, segnalata anche come una delle meraviglie dell'architettura contemporanea, museo interattivo e sede di mostre.

Ci allontaniamo dal canale per attraversare una foresta dagli alberi imponenti e tanti canti di uccelli, un parco naturale sviluppato durante il periodo della doppia Germania: qui era terra da non oltrepassare, un corridoio per l'enclave di Berlino ovest molto controllato. Il ponte sul fiume Aller appena dopo Grafhorst, è il vecchio confine tra le due Germanie.

A Breitenrode una Trabant targata DDR ben conservata forse perché molto attesa: per averla si doveva aspettare dai dieci ai quindici anni dal momento della prenotazione. Alle case in stile tradizionale (come ad ovest) con traversine di legno che decorano, e talvolta sono struttura, si uniscono condomini a cubi, colorati a tinte vivaci; un monumento ai caduti delle guerre dal 1813 al 1945 proclama: die toten mahnen uns i morti ci ammoniscono.

Camionette e furgoni militari viaggiano per strada, da una jeep verde mimetico si affacciano i visetti sorridenti di quattro bimbetti biondi. Apriamo la tenda sul bordo di un campo; un motore entra nel campo rombando e si ferma: un vichingo dalla barba a treccina ci urla che il campo è suo, spieghiamo il viaggio, la moglie comprende, calma il marito e vanno via augurandoci buona notte.

Il rilevatore di velocità di Kathendorf ci avvisa che la nostra velocità varia tra i 5 e i 6 chilometri all'ora. Veniamo sorpassati da carri infiorati che trasportano gruppi di uomini che bevono birra già di prima mattina e da vecchie autovetture e motociclette dell'epoca socialista che sventolano piccole bandiere rosse corredate da falce e martello gialli: nostalgici? No, goliardi: oggi è la festa dell'Ascensione che qui è Vatertag o Herrentag, la festa dei papà o degli uomini. In un giardino un pentolone sospeso su un fuoco fuma e profuma: è il gulasch, che sta cuocendo lentamente.

Da una tavola imbandita si levano saluti e grida di allegria, ci indicano un giovane con zaino, poco più avanti. È Sebastian, nato nel 1980 nella DDR, è in viaggio da sei mesi, piedi, treni e bus, tra Francia e Spagna: è entusiasta, ci racconta con enfasi di una splendida luna vista da un treno in Francia. Ora è diretto a Berlino, tra quattro o cinque giorni lì inizierà una nuova vita. Camminiamo insieme lungo il canale, dialoghiamo a lungo, ci aiuta a comprendere meglio la Germania, di ora e del passato; a sera condividiamo un piatto di spaghetti e uno spiazzo per le due tende tra i campi coltivati ad orzo nei pressi di Vahldorf.

Sul ponte canale che si sovrappone al fiume Elba un pellegrino avvolto in una nera mantella impermeabile ci domanda se va bene per Santiago: poche decine di metri prima un segnavia (conchiglia gialla su sfondo blu) era comparso improvvisamente su un palo.

Alla chiusa Wasser und Schifffahrtsamt Magdeburg il Mittellandkanal cede le acque all’Elba-Havel Kanal. Burg Bei Magdeburg è famosa per le torri medievali e l’Historische Gerberei (Storica conceria), ma anche perché qui venne prodotto il primo Knäckebrot (pane croccante) rettangolare; le case tipiche riportano la data di costruzione (nel XIX secolo) e la data di ristrutturazione, sempre posteriore al 1990.

Orti in comune e in un prato un carro con 40 arnie, spostabile per dare maggiore forza al miele; pinete e sterminati campi di cereali che ondeggiano al poco vento di questi giorni di solleone. Ziesar mischia casermoni, bassi e larghi dall'intonaco in cemento grigio, tipici dell'era sovietica, e casette con il cappotto in tegole messe verticali al muro, villette dal tetto nero e casette antiche con innesti di legno a vista sulla facciata.

Blauer Stein (Pietra Blu) è un masso blu che affiora dal terreno in una pineta sull'altopiano di Zauche; in un’area pic nic un cartello avvisa achtung wolf, attenzione lupi. L'ultima acqua del giorno è al cimitero di Ragosen, un parco con poche tombe sparse diventato giardino: ormai il 60% dei funerali sono cremazioni e quindi occorre meno spazio.

Un fumo a sud est di Brück-Ausbau si alza nero e spesso: brucia la foresta, passano camion dei pompieri e cisterne d'acqua sulla statale che corre parallela alla nostra ciclopedonale. Noi proseguiamo attraversando Beelitz, hinterland di Berlino, zona di prelibati asparagi coltivati nei grandi campi che contornano la cittadina.


Commenti

  1. Diversi incontri questa settimana, incontri d'Europa che per me la dicono lunga sulla voglia di 'mischiare' le curiosità e sentirne parte. E l'importanza di essere positivi e razionali di fronte alle novità. Le donne hanno una marcia in più? Senza generalizzare, solo una domanda a me donna.

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    1. Berlino e l’hinterland di questa metropoli sono protesi verso il futuro. Però ci sono ancora echi del passato diverso vissuto tra Est e Ovest.

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