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Ripercorrete con noi l'Europa!

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Settimana n. 34


4 giugno 2019 - 10 giugno 2019

Un centro ippico ed ecco Schlunkendorf, un minuscolo paese immerso nel profumo dei pini. A Trebbin, un cartellone ricorda il luogo e la data (1 marzo 1988) della caduta di un meteorite e conosciamo Patrick, un pittore di Art-efx: dipinge scene di vita quotidiana su cabine elettriche, vecchi capanni, muri da rallegrare.

Una scoperta triste: il dessert non è servito nei ristoranti, il formaggio sì, per esempio camembert fritto guarnito con marmellata di mirtilli, panna, due spicchi di pomodoro e una fetta di cetriolo.

A Saalow una signora risponde nein alla richiesta di riempirci le borracce d’acqua, poi entra in casa, litiga con qualcuno e il figlio esce regalandoci una bottiglietta d’acqua fredda di frigo.

Il Parco divertimenti Erlebnisbahnhof di Am Mellensee è una vecchia stazione ferroviaria con vagoni a pedali viaggianti su rotaie e Draisine, vagoncini che richiedono spirito di squadra per essere guidati, utilizzate per il team building. Il Nottekanal è navigabile, ma noi gli camminiamo affianco, e alla nostra sinistra corrono le rotaie della vecchia ferrovia militare prussiana.

Zossen è la città di nascita di Karl Lehmann, l'inventore della stenografia, e parte de die Verbotene Stadt (la città proibita), il più grande campo militare Sovietico fuori dalla Russia (decine di migliaia di militari), è ora una book town.

Nella foresta di Dahme-Spreewald incontriamo la Fontane Klinik, specializzata nella cura di malattie psicosomatiche: "leben neu erleben" rivivere la vita, è il motto firmato Theodore Fontane.

A Märkisch Buchholz un cippo ammonisce erinnern ist die kraft, das heute zu gedenken ricordare è il potere, per commemorarlo oggi: siamo in Lusazia, regione soraba, una minoranza perseguitata dai nazisti e unica minoranza riconosciuta con parità di diritti della DDR.

Molti laghetti artificiali a riempire miniere di lignite esaurite. Il Dahme Kanal è la linea guida verso Kothen: il suo lago è già Spreewald, Riserva Biosfera dall’Unesco del fiume Sprea. Da qui seguiamo lo Sprea, tra laghi e laghetti, guidati dall'E10 e dalla Paul Gerhardt weg, strada che ricorda il poeta e compositore di canti luterani del 1600. Numerosi ciclisti da lungo viaggio percorrono tranquilli lungolaghi, in acqua barche nere, magre e lunghe, famiglie a divertirsi sulle rive.

Dopo Lubbin foreste di pini silvestri e pale eoliche, le sterrate bosco hanno una doppia guida in lastroni di cemento, la terra si fa ondulata.

Circa venti chilometri di percorso segnato in bianco e rosso e solo il cinguettio degli uccellini interrompe i nostri discorsi e i nostri silenzi. Siegel è case silenziose e una bimba che ci osserva e poi trilla "hello". Ancora foreste e silenzi. Ogni tanto compare un segnavia del camino di Santiago, con direzioni che ci sembrano tra loro incoerenti.

A Lieberose senza alcun preavviso appare l’Holocaust Memorial Lieberose: un muro, lapidi anche in ricordo di giovani italiani, dove sorgeva il KZ-Gedenkstätte, il più grande campo di lavoro della Germania nazista: prigionieri ebrei, di guerra e politici hanno costruito strade trasportando a braccia lastre di 250 chilogrammi, 110 centimetri portati da sei spalle debilitate, un etto di pane e un litro di brodo il loro pasto quotidiano.

Un sottocampo a Jamlitz, pochi chilometri di strada più oltre verso il confine polacco, ma anche fosse comuni che avevano accolto una parte degli oltre tremila tedeschi concentrati qui dai sovietici dal 1945 al 1947: il campo che era stato massacro, cambiò potere e continuò a essere lacrime e sangue. Solo nel 1990, la verità fu dissotterrata.

Una sterrata verso la Polonia, il cielo nuvoloso non fa filtrare luce nella pineta ramata. Una ciclopedonale lungo la strada statale sono gli ultimi passi di Germania. Gubin è neoclassico e case stile DDR alternate, mischiate, tenute insieme da commerci e banche, il fiume Nysa ha un ponte che unisce due città dalla storia comune, separate alla fine della guerra da scelte politiche, ora riunite da progetti finanziati da fondi europei.

Cambiamo euro in zloty, ritroviamo un Carrefour. Tetti che luccicano e infissi nuovi su case anche sgarrupate. I villaggi sono collegati da strade che hanno una striscia di asfalto (o di pavè) e uno spazio camminabile sterrato; in ogni paese un parco giochi per i bimbi, un tavolo coperto, uno sklep, negozio, magari minuscolo, però fornito di tutto l'essenziale, una croce addobbata a festa, talvolta accompagnata da una statua della Madonna. Un bosco di betulle interrompe il predominio della pineta lungo il percorso verso Bobrowice.


Commenti

  1. "A Saalow una signora risponde nein alla richiesta di riempirci le borracce d’acqua, poi entra in casa, litiga con qualcuno e il figlio esce regalandoci una bottiglietta d’acqua fredda di frigo".
    Questa è già una smentita alla mia precedente riflessione sulla donna.

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    Risposte
    1. Dipende, talvolta le donne sono state più comprensive, però sono state anche quelle più timorose.

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