Settimana n. 37
25 giugno 2019 - 1 luglio 2019
Tra Klopina e Usov meleti e l’azienda alimentare USOVSKO, che nel 1995 fu la prima impresa della Cechia a produrre muesli bars. Un caldo soffocante, le nostre suole lasciano lo stampo sull'asfalto, troviamo un po' di refrigerio addentrandoci nella Litovelské Pomoraví Protected Landscape Area che ci dona funghi porcini per cena. Agli incroci le statue di un santo con la croce in braccio: è Giovanni Nepomuceno, boemo, protettore degli annegati e tra i candidati a protettori d'Europa.
A Javoříčko grotte carsiche e il Parkoviště Javoříčské, un luogo sacro a ricordo di un villaggio raso al suolo e trentotto uomini trucidati dai nazisti il 5 maggio 1945, uno degli ultimi atti di un regime ormai sconfitto.
Sentieri e colline, i segnavia non ci abbandonano mai. Da Konice le colline si fanno lunghe e dolci e le abetaie sono ombra e ristoro.
A Pohora Ivan si affaccia alla finestra, gli chiediamo l'acqua e in un attimo siamo già in cucina, seduti al tavolo davanti a un piatto di zuppa tiepida. Con Ivan, Pavel e le loro mogli trascorriamo una parentesi lieta e quando riprendiamo il sentiero nell'abetaia bimbi ci offrono mirtilli appena raccolti.
Nella notte al Pilské údol, riserva naturale di Boskovice, le lucciole son fuochini attraverso il telo giallo. A Rájec-Jestřebí gli altoparlanti diffondono "Rosamunda" in ceco. Blansko è "Porta d'ingresso del Carso Moravo" (l'Abisso di Macocha - grotte sotterranee profonde 138 metri - è pochi chilometri più in là,) e città industriale: turbine idrauliche in ghisa e a vapore, strumenti elettronici di misura e meccanismi per l'industria tipografica.
Ed eccoci sull’Eurovelo 9, la Via dell'Ambra, lungo la Svitava, traffico di biciclette, skateboard, pattini a rotelle, runner; compaiono frecce gialle del Cammino di Santiago.
Da una periferia dissestata entriamo a Brno, sulla collina un quartiere liberty e la Villa Tugendhat, dove fu firmato nel 1993 il trattato che definì la divisione politico-amministrativa di Cechia e Slovacchia, uno degli edifici più rappresentativi dell'architettura moderna. Una vasta isola pedonale con palazzi imponenti dall'architettura importante, in Piazza della Libertà una colonna commemora l’epidemia di peste del 1679-1680, una mostra nella chiesa Kostel svatého Jakuba Staršího racconta il passaggio di pellegrini verso Santiago. Qui e là negozi di cristalli di Boemia. Sulla collina in centro città la fortezza dello Spielberg, dove Silvio Pellico scrisse "Le mie prigioni" e tanti patrioti italiani e ungheresi trovarono la morte. La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo domina la città e punge il cielo con ottantaquattro metri di guglie a spillo, ma più alta svetta l'AZ Tower, il grattacielo più alto della Repubblica Ceca. Appena a ovest l'Abbazia di San Tommaso, luogo in cui Gregor Mendel, "padre della genetica moderna", fece i suoi esperimenti.
Proseguiamo a sud, la strada verso Vienna si divide in due e in mezzo corre la linea ferroviaria; una lunga digressione di sentieri e sterrate nei boschi permette di superare un groviglio indistricabile di strade trafficatissime.
A est Slavkov u Brna, meglio conosciuta come Austerlitz, ove il 2 dicembre 1805 Napoleone ottenne una delle vittorie più brillanti. uno degli edifici più rappresentativi dell'architettura moderna.
Seguiamo il fiume Svratka. A Vojkovice conchiglie e frecce gialle, "+/- 3175 km a Santiago" annuncia la scritta su un muro. Ancora stele a ricordo di morti ebrei e partigiani, sole, campi biondi di grano, colline di frutteti e vigne cariche di grappoli promettenti; cambiano i panorami tra laghi e castelli diroccati sui cucuzzoli di monti rocciosi.
Due chilometri di ponte sul lago collegano Strachotín a Dolní Věstonice, uno dei siti più importanti al mondo sull'era dei mammuth. Mikulov Zámek ha un castello dai giardini all'italiana che si affaccia sulle colline austriache. Una stradina tra campi coltivati ed ecco la frontiera, segnalata solamente da un tabellone del Cammino di Santiago.
Kleinschweinbarth è il primo paese austriaco; sui pali della luce sacchetti contengono due differenti quotidiani domenicali, due cassettine con fessura e la scritta 0,60€, il primo, 1,60€, il secondo. Ci sorprende un Pilger Herberge nuovo nuovo e un pompiere ci spiega che la settimana precedente sono passati due pellegrini diretti a Santiago.
A Falkenstein ancora una statua di Giovanni Nepomuceno, nei ristoranti i piatti sono uguali ai piatti appena lasciati nella Repubblica Ceca, ma piu costosi.
Vigne, albicocchi dai frutti maturi, boschi e lamponi, pale eoliche. Bitte eintreten è l'invito a entrare nella rast station Fuchsenberg: sul tavolo vino bianco frizzante, gli euro per pagarlo devono essere inseriti nell'apposita cassettina.
Una via di cantinette (heuriger) ci porta nel centro di Poysdorf: è giorno di mercato, commercianti indiani dai turbanti colorati e dai sorrisi accoglienti ci salutano. Vie nei campi tra fieno tagliato e falegnamerie e in un bosco improvvisamente compare una casetta, è la birreria Waldschenke, Robin, il proprietario, ci invita a entrare per offrirci un bicchiere di vino rosé.
Mistelbach an der Zaya è città dalle radici antiche, dove viveva una comunità ebraica cancellata in pochi mesi nel 1938: ora appare moderna, ricostruita e ampliata dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che la vide occupata dall'Armata Rossa.
A Javoříčko grotte carsiche e il Parkoviště Javoříčské, un luogo sacro a ricordo di un villaggio raso al suolo e trentotto uomini trucidati dai nazisti il 5 maggio 1945, uno degli ultimi atti di un regime ormai sconfitto.
Sentieri e colline, i segnavia non ci abbandonano mai. Da Konice le colline si fanno lunghe e dolci e le abetaie sono ombra e ristoro.
A Pohora Ivan si affaccia alla finestra, gli chiediamo l'acqua e in un attimo siamo già in cucina, seduti al tavolo davanti a un piatto di zuppa tiepida. Con Ivan, Pavel e le loro mogli trascorriamo una parentesi lieta e quando riprendiamo il sentiero nell'abetaia bimbi ci offrono mirtilli appena raccolti.
Nella notte al Pilské údol, riserva naturale di Boskovice, le lucciole son fuochini attraverso il telo giallo. A Rájec-Jestřebí gli altoparlanti diffondono "Rosamunda" in ceco. Blansko è "Porta d'ingresso del Carso Moravo" (l'Abisso di Macocha - grotte sotterranee profonde 138 metri - è pochi chilometri più in là,) e città industriale: turbine idrauliche in ghisa e a vapore, strumenti elettronici di misura e meccanismi per l'industria tipografica.
Ed eccoci sull’Eurovelo 9, la Via dell'Ambra, lungo la Svitava, traffico di biciclette, skateboard, pattini a rotelle, runner; compaiono frecce gialle del Cammino di Santiago.
Da una periferia dissestata entriamo a Brno, sulla collina un quartiere liberty e la Villa Tugendhat, dove fu firmato nel 1993 il trattato che definì la divisione politico-amministrativa di Cechia e Slovacchia, uno degli edifici più rappresentativi dell'architettura moderna. Una vasta isola pedonale con palazzi imponenti dall'architettura importante, in Piazza della Libertà una colonna commemora l’epidemia di peste del 1679-1680, una mostra nella chiesa Kostel svatého Jakuba Staršího racconta il passaggio di pellegrini verso Santiago. Qui e là negozi di cristalli di Boemia. Sulla collina in centro città la fortezza dello Spielberg, dove Silvio Pellico scrisse "Le mie prigioni" e tanti patrioti italiani e ungheresi trovarono la morte. La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo domina la città e punge il cielo con ottantaquattro metri di guglie a spillo, ma più alta svetta l'AZ Tower, il grattacielo più alto della Repubblica Ceca. Appena a ovest l'Abbazia di San Tommaso, luogo in cui Gregor Mendel, "padre della genetica moderna", fece i suoi esperimenti.
Proseguiamo a sud, la strada verso Vienna si divide in due e in mezzo corre la linea ferroviaria; una lunga digressione di sentieri e sterrate nei boschi permette di superare un groviglio indistricabile di strade trafficatissime.
A est Slavkov u Brna, meglio conosciuta come Austerlitz, ove il 2 dicembre 1805 Napoleone ottenne una delle vittorie più brillanti. uno degli edifici più rappresentativi dell'architettura moderna.
Seguiamo il fiume Svratka. A Vojkovice conchiglie e frecce gialle, "+/- 3175 km a Santiago" annuncia la scritta su un muro. Ancora stele a ricordo di morti ebrei e partigiani, sole, campi biondi di grano, colline di frutteti e vigne cariche di grappoli promettenti; cambiano i panorami tra laghi e castelli diroccati sui cucuzzoli di monti rocciosi.
Due chilometri di ponte sul lago collegano Strachotín a Dolní Věstonice, uno dei siti più importanti al mondo sull'era dei mammuth. Mikulov Zámek ha un castello dai giardini all'italiana che si affaccia sulle colline austriache. Una stradina tra campi coltivati ed ecco la frontiera, segnalata solamente da un tabellone del Cammino di Santiago.
Kleinschweinbarth è il primo paese austriaco; sui pali della luce sacchetti contengono due differenti quotidiani domenicali, due cassettine con fessura e la scritta 0,60€, il primo, 1,60€, il secondo. Ci sorprende un Pilger Herberge nuovo nuovo e un pompiere ci spiega che la settimana precedente sono passati due pellegrini diretti a Santiago.
A Falkenstein ancora una statua di Giovanni Nepomuceno, nei ristoranti i piatti sono uguali ai piatti appena lasciati nella Repubblica Ceca, ma piu costosi.
Vigne, albicocchi dai frutti maturi, boschi e lamponi, pale eoliche. Bitte eintreten è l'invito a entrare nella rast station Fuchsenberg: sul tavolo vino bianco frizzante, gli euro per pagarlo devono essere inseriti nell'apposita cassettina.
Una via di cantinette (heuriger) ci porta nel centro di Poysdorf: è giorno di mercato, commercianti indiani dai turbanti colorati e dai sorrisi accoglienti ci salutano. Vie nei campi tra fieno tagliato e falegnamerie e in un bosco improvvisamente compare una casetta, è la birreria Waldschenke, Robin, il proprietario, ci invita a entrare per offrirci un bicchiere di vino rosé.
Mistelbach an der Zaya è città dalle radici antiche, dove viveva una comunità ebraica cancellata in pochi mesi nel 1938: ora appare moderna, ricostruita e ampliata dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che la vide occupata dall'Armata Rossa.
Da un pò di strada sembra che incontrate persone disponibili e per chi vi legge, oltre che per voi, rilassa il cuore. Ricevo una immagine positiva di questa parte di cammino e mi piace immaginarvi meno soli e meno preoccupati, sempre che lo siate stati.
RispondiEliminaL'ospitalità certamente rende più leggero il cammino!
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