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Ripercorrete con noi l'Europa!

52 articoli, uno per ogni settimana di passi di 365 volte Europa. Prendete una carta geografica e venite con noi: cercate i toponimi e immaginatevi il nostro cammino, seguendo le nostre suggestioni!

E preparatevi al vostro cammino leggendo il nostro Vocabolario.

B come Borraccia



Borracce in plastica, in alluminio, in acciaio inox, in silicone. Serigrafate, griffate, colorate, grigio austero o nere. Da trail, running ed escursionismo, da bicicletta o da mettere nello zainetto per una passeggiata. Rigide e comprimibili, per bambini e per adulti, con l’apertura larga che permette di infilare cubetti di ghiaccio, con la valvola antiperdite, con il tappo a vite. Nude o rivestite da un materiale isolante che le rende termiche. Lisce o trattate per rendere la presa più solida. Le più utilizzate contengono un litro di liquido, ma ce ne sono di tante capienze, da trecentocinquanta millilitri a due litri e mezzo. Con gancio, cordino, moschettone oppure nulla.

Borracce per tutti i gusti, ognuno può trovare quella giusta. Un elemento che non può mancare nello zaino di chi si mette in cammino. Un poco d’acqua è utile anche solamente per lavare piccole escoriazioni, o per levarsi quella patina appiccicosa che ricopre le mani dopo aver mangiato un’arancia o una pesca, o per pulire la bocca dal blu delle more raccolte lungo il sentiero.

Una borraccia piena d’acqua è spesso la risposta al timore di non trovare sorgenti o fontane lungo la via: un problema presente nei percorsi di collina e pianura, poiché nei centri abitati stanno scomparendo le fontanelle pubbliche, talvolta sostituite dalle casette dell’acqua che però richiedono necessariamente un contenitore da riempire; un’incertezza fortunatamente ancora inesistente sulle montagne (ma non quelle carsiche) anche se persino vicino alle fonti dei piccoli borghi persi sulle Alpi spesso compare il cartello “acqua non potabile”, perché non controllata.

Per Riccardo e per me, entrambi con un passato in gioventù fatto di lunghissimi allenamenti quotidiani, lui in bicicletta, io di corsa, l’acqua è da bere in abbondanza quando si trova: quasi come i cammelli che son capaci di bere più di cento litri d’acqua in una volta, così da crearsi una riserva (ma non nelle gobbe, come tanti credono: quelle sono le loro maniglie dell’amore, riserve di grasso per i tempi peggiori).

La borraccia nei lunghi cammini assume però un’importanza inconsueta e particolare: può essere il mezzo per creare relazioni. In 365 volte Europa porgere la borraccia a chi si affacciava al di là di un cancello o di un portone spesso si è rivelato il primo atto di un lungo dialogo, l’apertura di una porta di casa o il racconto di un pezzo di storia di vita.

Divertente l’incontro, la sera di Pasquetta, con due bimbette francesi che ci hanno voluto far vedere tutte le sorprese racchiuse nelle uova lanciate dalle campane in volo per annunciare la gioia pasquale. Commovente l’offerta da parte di un’anziana coppia bulgara di un secchio di prugnette selvatiche ad accompagnare l’acqua, allargando le braccia a scusarsi per non poterci donare di più. Coinvolgente l’accoglienza spontanea e frizzante di Ivan e Pavel, nella Repubblica Ceca. Emozionante il racconto di vita di Beni, fuggito dalla dittatura albanese interrompendo la spesa al mercato per salire di corsa sulla nave Vlora, portando con sé solamente la sporta con gli acquisti appena fatti. Alcolici i bicchierini di rakija che sovente i bosgnacchi nel nord della Bosnia ed Erzegovina ci mettevano in mano insieme alla borraccia riempita d’acqua.

Deludente il no (c’è capitato anche questo) e la diffidenza incontrata in certe nazioni più ricche, ma più impaurite, che ci costringeva a contorsioni e allungamenti per poter consegnare e riprendere le borracce facendole passare al di sopra di recinzioni appuntite.

Siamo partiti da casa con due borracce da un litro e mezzo, camminando ne abbiamo trovate altre due più piccoline sul bordo di sterrate impervie, probabilmente staccatesi dal telaio di qualche mountain bike. Ogni giorno al tramonto cercavamo di riempirle tutte: quattro litri e mezzo di prezioso liquido incolore e inodore necessari per cucinare cena e colazione, e per lavare e lavarci (ma questo è un altro vocabolo, lo leggerete più avanti).


Commenti

  1. Grazie, Anna, di questa bella paginetta sulla "B come borraccia"... ma anche sull'Acqua contenuta nella borraccia. In fondo, tu e Riccardo, avete sperimentato la gioia evangelica di chi sa dare (e accogliere) anche solo (!) un bicchier d'acqua: "... l'avrete dato a me" dice Gesù...

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