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Ripercorrete con noi l'Europa!

52 articoli, uno per ogni settimana di passi di 365 volte Europa. Prendete una carta geografica e venite con noi: cercate i toponimi e immaginatevi il nostro cammino, seguendo le nostre suggestioni!

E preparatevi al vostro cammino leggendo il nostro Vocabolario.

C come Coraggio


Coraggio. Ne occorre una certa dose nel corso di un lungo cammino. Non è necessario per muovere i primi passi. Le emozioni che accompagnano la chiusura della porta di casa sono eccitazione, curiosità, euforia. Stiamo partendo: lasciamo dietro noi le consuetudini e il tran tran quotidiano, zaino in spalle e scarponcini ai piedi ci avventuriamo lungo le strade. Con i primi passi scendiamo le scale del condominio, o, nel caso nostro, il sentiero che si inerpica tra i boschi fino a casa. Sono passi leggeri, spinti alle spalle dal vento fresco della novità. Facili da affrontare. Allegri da vivere. Qualche saluto agli amici che incontriamo per strada. Rapidamente con il pensiero ripercorriamo gli ultimi gesti casalinghi per ricordare se abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per lasciare la dimora chiusa per qualche tempo: giorni, settimane o mesi.

Il coraggio è invece necessario più avanti nel viaggio, quando la stanchezza fisica ci fa domandare il senso del nostro andare, quando il morale è basso perché la routine della strada è più complicata ed estenuante dello stare a casa. In cammino sono rari i momenti di svago e gli attimi di relax. Il viaggio a piedi richiede una cadenza sempre uguale che per me, irrequieta profonda, è un esercizio faticoso.

Il coraggio è indispensabile per superare quei passaggi difficili, quando si sa di non avere vie di fuga, quando si decide di essere sempre presenti nello spazio e nel tempo che stiamo attraversando. In PasParTu il coraggio era, talvolta, affrontare tragitti anche terribili, dal punto di vista ambientale e non solo, per poter arrivare alla meta che ci era stata assegnata dall’ospite della sera precedente.

Il coraggio è saper essere ascetici nell’andare, per superare i timori nell’attraversare luoghi inospitali, negli incontri sgradevoli. Incontri con animali aggressivi, non solamente i cani rinselvatichiti, ringhianti e pronti all’attacco, che costringono a indietreggiare con estrema cautela; mi ricordo un fenicottero rosa che lungo le spiagge calabresi della costa jonica disegnò a lungo voli a otto con improvvise discese in picchiata che terminavano radenti sulle nostre teste, tentativi di aggressioni per tenerci lontano dal nido. Incontri ravvicinati con mitra spianati, perché ritenuti clandestini da arrestare, come ci è capitato più volte lungo la rotta balcanica dalla Grecia alla Croazia e poi alla Slovenia. Incontri con esseri umani molesti, come nella notte della Pasqua 2018, sotto la pioggia, quando in una frazione della 24h/24 di Trevico ci trovammo due donne sole (la stanchezza aveva vinto sulla volontà di un gruppo nutrito di amici della Casa della Paesologia) a dover fare lo slalom tra gruppetti di uomini che in automobile ci seguivano facendoci piccoli agguati per convincerci ad accompagnarci a loro.

Il coraggio è fondamentale nei cammini in cui si sceglie di avere una tenda come casa non solamente nei romantici prati di montagna o sulle bianche spiagge deserte; in 365 volte Europa la preoccupazione cresceva quando il crepuscolo ci vedeva obbligati a trovare al più presto un luogo in cui piantare i picchetti, appartato, possibilmente protetto, spesso in luoghi in cui la tenda è vietata; e nella notte il sonno rimaneva leggero nell’ascoltare i rumori esterni, perché la tenda è un involucro fragile e poco protettivo.

Il coraggio è, pertanto, una forza da abitare fino in fondo, è uno dei doni di un lungo cammino; la risposta al timore, che nasce dalla coscienza di ciò che viviamo momento dopo momento, diventa palestra di vita e insegna a trovare l’equilibrio, necessario e positivo in ogni situazione della nostra esistenza.

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